Quasi un secolo e mezzo di storia alle spalle. Una clientela che comprende i più esclusivi marchi del lusso a livello mondiale, da Brunello Cucinelli a Etro, dal gruppo Kering a Burberry, fino a Turnbull & Asser, camiciaio della Casa reale inglese. E la capacità di imporsi come punto di riferimento a livello internazionale nella produzione di tessuti di alta qualità per camicia pur mantenendo le caratteristiche dell’azienda famigliare.
Quella di Albini Group, realtà fondata nel 1876 da Zaffiro Borgomanero ad Albino, piccolo comune della Val Seriana a una manciata di chilometri da Bergamo, è la storia di un’azienda che nel corso del tempo ha saputo affermare la propria leadership grazie a una visione illuminata trasmessa di generazione in generazione. E che è riuscita ad attraversare due guerre mondiali e numerose crisi internazionali, tra cui la pandemia da Coronavirus che proprio in Val Seriana ha avuto uno dei suoi focolai più devastanti, uscendone ogni volta con rinnovata energia.
“La nostra è un’azienda storica di famiglia, nata 144 anni fa in questa valle attraversata dal fiume Serio lungo il quale, in passato, sono nate tantissime aziende tessili”, racconta Stefano Albini, presidente del gruppo che conta sette stabilimenti e oltre 1.300 dipendenti in Italia e all’estero. Nonostante la forte internazionalizzazione, con tessuti venduti in 80 Paesi in tutto il mondo, il quartier generale resta nella sede storica di Albino, in via “Dr. Silvio Albini”, intitolata al nipote di Zaffiro Borgomanero, che aveva ereditato l’azienda nel 1890 e l’aveva portata ad affermarsi sulla scena locale.
Filo conduttore di questa lunga storia, la tenacia con cui la famiglia ha saputo mantenere viva e valorizzare la produzione di tessuti di alta gamma. Albini Group è l’unica realtà italiana a poter vantare un controllo totale della filiera nell’ambito del cotone per camicia. “Controlliamo interamente il ciclo, dal campo di cotone fino al tessuto finito, e ogni anno proponiamo ai nostri clienti circa 10 mila varietà di tessuti diversi per composizione, colore e disegno”, sottolinea il presidente.
Con 12 milioni di metri prodotti ogni anno, pari a circa 7 milioni di camicie finite, il gruppo bergamasco è il maggior produttore europeo di tessuti per camicia. Soprattutto cotone e lino. Una posizione conquistata gradualmente a partire dagli anni Ottanta, quando con l’ingresso in azienda della quinta generazione della famiglia Albini, composta da Silvio, Stefano, Fabio e Andrea, il gruppo ha dato il via allo sviluppo internazionale.
È infatti soprattutto grazie ai mercati esteri, che oggi assorbono il 70% della produzione a partire dall’area EU come mercato principale, con Francia, Uk e Germania, seguiti da Stati Uniti e Asia (con Giappone su tutti, e poi Cina e Corea del Sud), che il fatturato negli ultimi decenni è aumentato esponenzialmente. Dai 20 milioni di euro degli anni Ottanta si è arrivati a un massimo di 175 milioni di euro nel 2007, prima della recessione globale esplosa con la crisi dei mutui subprime.
Negli ultimi anni la progressiva ripresa ha consentito al gruppo di tornare a un fatturato di 142 milioni di euro nel 2019, prima del lockdown per l’emergenza Coronavirus che è destinato a impattare pesantemente sui conti aziendali, con “una riduzione del fatturato per quest’anno prevista tra il 25 e il 30%” spiega Stefano Albini. Ciononostante, la fiducia resta alta.
“Siamo convinti che un’azienda come la nostra, che ha fatto dell’innovazione una delle principali fonti di successo, possa ritornare ai fatturati precedenti”, assicura il presidente. “Si tratta di una fiducia che deriva da ciò che si è costruito nel passato in termini di solidità patrimoniale e di patrimonio delle risorse umane: due pilastri importanti che ci porteranno ad avere comunque successo anche nel futuro”.
Il riferimento è alla produzione, dove la parte umana resta essenziale per garantire una qualità ai massimi livelli, e alla fase di ricerca e sviluppo. È grazie a questa che l’azienda è stata in grado di proporre tessuti sempre naturali, ma con caratteristiche molto innovative.
È il caso, ad esempio, del tessuto ViroFormula con tecnologia HeiQ Viroblock, sviluppato grazie alla collaborazione con HeiQ, azienda svizzera leader nell’innovazione tecnologica in campo tessile. Una novità presentata solo pochi giorni fa: i tessuti trattati con una particolare sostanza inibiscono e uccidono virus e batteri nel giro di pochi minuti. Non male come base per ripartire con fiducia anche in questa fase di lotta globale al Coronavirus.
Libero, 6 giugno 2020