Oracle e Team New Zealand sono diventati campioni anche grazie a loro. La Cariboni è una piccola realtà famigliare brianzola, ma è leader mondiale nella costruzione di componenti per barche a vela.
I loro sistemi idraulici, impianti oleodinamici e chiglie basculanti hanno rivoluzionato il mondo della vela, affermando la filosofia dell’Easy Sailing e diventando il riferimento a livello globale sia per le barche da regata sia per quelle da crociera. Non a caso, tutte le imbarcazioni impegnate nell’America’s Cup 2021, da Luna Rossa a quelle degli sfidanti inglesi e americani in gara nella Prada Cup, fino a quella dei Defender neozelandesi, montano soluzioni su misura firmate Cariboni.
Eppure, questa azienda leader mondiale nel mondo della vela, che è stata scelta anche da Giovanni Soldini per realizzare i rivoluzionari sistemi di Fila, l’imbarcazione con cui ha vinto il suo secondo giro del mondo in solitario, resta una realtà famigliare con ufficio tecnico, officina e sede produttiva nel piccolo comune di Ronco Briantino, poco più di 3 mila anime immerse nel verde della Brianza monzese.
Una realtà tutta famigliare
Nata a metà degli anni Ottanta dal genio inventivo di Giovanni “Gianni” Cariboni, appassionato di vela originario di Bellano, sul lago di Como, l’azienda ha una trentina di dipendenti e collaboratori. Ed è guidata dal fondatore con il supporto della moglie Maria e dei figli Paola, per la parte commerciale e di organizzazione, e Marco, per la parte di produzione.
Uno spirito puro
Sarà anche grazie a questo che, nonostante i successi e riconoscimenti ottenuti a livello mondiale, dall’America’s Cup, la Formula 1 della vela, alla Volvo Ocean Race, passando per l’élite internazionale della nautica, lo spirito di Cariboni – inteso sia come azienda, sia come uomo – è rimasto quello degli esordi.
Sempre caratterizzato da pochi ingredienti essenziali: passione, determinazione e soddisfazione per gli obiettivi raggiunti.
Costruire castelli di sabbia
“Quando pensiamo a una soluzione innovativa siamo come i bambini che immaginano come costruire un castello di sabbia”, spiega Gianni Cariboni. “Si pensa a come fare e poi si va avanti con passione e motivazione, perché ogni volta si impara e si scopre qualcosa di nuovo”.
D’altra parte, “io ho coronato un sogno che nutrivo da bambino, quando ho imparato ad andare in barca sul lago di Como da mio cugino, che mi ha trasmesso i segreti della vela con un metodo educativo particolare: mi buttava in acqua ogni volta che sbagliavo qualcosa”, racconta divertito Cariboni, con la semplicità e l’umiltà che solo i veri geni sanno sfoggiare con disinvoltura.
La ricetta per il successo
È questo il segreto dell’azienda leader mondiale nel mondo della vela. Anche se per riuscire a trasformare quel sogno in realtà, il fondatore ha dapprima dovuto “imparare il mestiere”, macinando esperienza come progettista di alberi.
Poi, una volta avviata la propria attività, ha dovuto superare tutti i pregiudizi e le barriere che caratterizzavano – e in parte ancora caratterizzano – un mondo conservatore come quello della vela.
Superare gli anglossassoni con Luna Rossa
Un mondo tuttora dominato a livello internazionale dall’impronta anglosassone, come dimostra la guerra di nervi scatenata proprio in questi giorni dalla stampa britannica alla vigilia della sfida nella finale di Prada Cup tra Luna Rossa e gli inglesi di Ineos Team Uk..
“Nei primi anni di attività non venivamo nemmeno considerati”, ricorda Cariboni. “Poi, nel 1997 Luna Rossa ci ha chiesto un’applicazione particolare, dandoci la possibilità di affacciarci su questo mondo dove oggi siamo apprezzati e rispettati”, e dove Cariboni ha centrato due vittorie con Oracle nel 2010 e Team New Zealand nel 2017, alle quali si aggiungono quelle nella Volvo Ocean Race e in molte altre competizioni.
Leader mondiale per la progettazione
Fu quello, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, il passaggio cruciale per riuscire a imporsi come leader a livello mondiale per la progettazione e realizzazione di pompe idrauliche, cilindri, tubi e chiglie basculanti destinati all’élite nautica, con brevetti propri e capacità di lavorare quasi esclusivamente con produzioni “su misura”.
In quale modo? “Noi vendiamo una parte di un giocattolo, e quando il cliente è contento del suo giocattolo ne parla al suo amico e di fatto si trasforma nel nostro miglior venditore”, spiega Cariboni. “Soprattutto in un settore che è veramente piccolo come quello della nautica”.
Esportare in tutto il mondo
Un mondo nel quale oggi la Cariboni, che progetta e produce tutto a Ronco Briantino per poi esportare circa il 90% del proprio lavoro verso Nord Europa, Stati Uniti, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda e altri Paesi con forte tradizione nautica, è protagonista assoluta.
Ma al quale continua a rivolgersi con lo sguardo del bambino che sogna di costruire castelli di sabbia.
Foto: Carlo Borlenghi
Articolo apparso su Libero Quotidiano il 13 febbraio 2021