La startup milanese Erbert ha lanciato i primi piatti pronti attenti all’equilibrio nutrizionale e alla qualità. Tra i clienti più affezionati anche gli speaker di Radio Deejay.
Superare lo schema in base al quale per mangiare sano ed equilibrato bisogna scegliere tra investire parecchio tempo ai fornelli o rinunciare al gusto. E farlo proponendo non solo una serie di piatti pronti di alta qualità dai quali sono rigorosamente banditi conservanti, aromi, esaltatori di gusto, farine raffinate e zuccheri in eccesso, ma anche un servizio grazie al quale un single, una coppia o una famiglia potrebbero tranquillamente rinunciare ad avere la cucina in casa.
È un’idea per certi versi semplice e per altri rivoluzionaria quella con cui Erbert, startup milanese innovativa che ha fatto del mangiar sano, naturale e senza rinunciare al gusto il proprio core business, è sbarcata sul mercato nel cuore della pandemia. Fondata nel 2018 da Enrico Capoferri, manager con quasi 30 anni di esperienza nella grande distribuzione (prima in Rinascente e poi in Sma Supermercati) questa nuova insegna ha infatti aperto ufficialmente i battenti a Milano nel giugno 2020, conquistando in tempo record adepti ed estimatori.
“Il concept risponde a un’esigenza che in qualche modo avevo colto lavorando nella grande distribuzione”, spiega Capoferri, “quello della difficoltà nel reperire piatti pronti che si sposino con uno stile alimentare corretto ed equilibrato. È nata così l’idea di un food market con cucina che offrisse un vasto assortimento di prodotti freschi e freschissimi, salutari e a prezzi accessibili: noi abbiamo un assortimento di oltre 100 proposte fresche ogni giorno, preparate dai nostri chef con ricette gustose realizzate attraverso la stretta collaborazione con Anna Villarini, nutrizionista dell’Istituto dei tumori”.
Una proposta che trae ispirazione da realtà come Whole Foods, punto di riferimento per l’alimentazione di alta qualità negli Stati Uniti, e Grand Frais, analoga insegna francese. Ma che all’attenzione e alla qualità unisce la capacità unica della cucina italiana di valorizzare ingredienti e materie prime.
“In realtà per arrivare alle nostre preparazioni, che variano di stagione in stagione, abbiamo aperto un nostro laboratorio di produzione, nel quale abbiamo sperimentato le ricette per tutto il 2019, perché fare dolci con meno del 15% di zucchero non è scontato e perché, al di là di tutto, i piatti devono dare soddisfazione”, sottolinea Capoferri, la cui avventura imprenditoriale deve il proprio taglio originale anche al fatto di essere stata avviata con il sostegno finanziario e operativo di Oltre Venture, il primo fondo di impact investing italiano che punta a investire in progetti di innovazione sociale.
Ma come funziona la formula Erbert? Che si tratti di polpette di ceci, di lasagne, di piatti a base di pesce o di verdure, tutti riportano gli ingredienti con tanto di dato percentuale (normalmente le etichette riportano solo gli ingredienti in ordine di quantità, Ndr). Il tutto in confezioni rigorosamente plastic free, sulle quali viene indicata la scadenza e la predominanza di proteine o carboidrati sulla base di quanto stabilito dalla composizione di piatto ideale definita dalla Harvard Medical School.
“In questo modo una persona è aiutata nella composizione di un pasto equilibrato, sia che si trovi in un ufficio in pausa pranzo, sia che si porti a casa i piatti per la cena”, sottolinea Capoferri, il quale ammette di essere rimasto sorpreso dal successo della formula. “Vendiamo in media 4 o 5 mila piatti pronti a settimana, esaurendo di fatto tutta la produzione. Vendiamo anche frutta, verdura, carne, pesce e altri ingredienti, ma sicuramente i piatti pronti sono quelli che riscuotono maggiore interesse”.
Nessuna sorpresa, quindi, che con un fatturato di 80 mila euro a settimana (in proiezione 4 milioni di euro all’anno) e una fidelizzazione sempre più forte della clientela, fatta perlopiù di laureati e di giovani, oltre che di una buona fetta degli speaker della vicina Radio Deejay, l’organico sia cresciuto fino a quota 60 persone. Né che si stia già pensando a una serie di nuovi servizi. “Presto lanceremo la nostra app dalla quale sarà possibile acquistare il pranzo, prenotare il menù settimanale e fare la spesa direttamente online”, annuncia il fondatore.
Un sogno per chi ama mangiare sano, ma non ha voglia di passare tempo a cucinare. E una tentazione per chi potrebbe anche decidere di dire addio alla propria cucina.