L’azienda lodigiana Technogenetics, specializzata nella produzione e commercializzazione di test diagnostici e dispositivi medici IVD, è in fase avanzata di convalida di un test salivare che potrebbe consentire di sottoporre a controllo la popolazione scolastica una volta a settimana.
Un 2020 da record, chiuso con un fatturato quasi triplicato rispetto al 2019. Un ruolo da protagonista assoluto nella lotta al Coronavirus, con milioni di test rapidi di screening (sierologici ed antigenici) e diagnostici molecolari forniti alla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e a tante Regioni italiane. E la prospettiva di un’ulteriore forte crescita nei prossimi anni, grazie a un know-how e una serie di collaborazioni che ne fanno un caso più unico che raro nel panorama italiano.
Quarant’anni di storia
Per raccontare i quasi 40 anni di storia di Technogenetics, azienda lodigiana specializzata nella produzione e commercializzazione di test diagnostici e dispositivi medici IVD (In Vitro Diagnostic), si deve partire dal presente. Nata a Sesto San Giovanni (Milano) nel 1982, questa realtà che opera nel campo della ricerca diagnostica, delle biotecnologie e della genetica molecolare si è trasferita a Lodi nel 2014 e da lì ha spiccato il volo verso i mercati internazionali, ritrovandosi oggi protagonista nel contesto determinato dalla pandemia.
Pur avendo fatto parte prima del gruppo italiano Recordati, poi di quello americano Carter-Wallace (via la controllata Bouty), successivamente di quello italo-Svizzero IBSA farmaceutici e, infine, diventata una joint venture con il gruppo cinese KHB, Technogenetics ha infatti sempre mantenuto una propria fisionomia precisa e indipendenza operativa. E ha saputo arricchire di volta in volta le proprie competenze e tecnologie fino a diventare oggi il fiore all’occhiello e la testa di ponte per la crescita internazionale di quella che rappresenta una delle più importanti Public Company cinesi, con un azionariato diffuso alla Borsa di Shenzhen e 15 mila laboratori di analisi serviti solamente in Cina.
Ricerca diagnostica e biotecnologie
“Noi siamo un’azienda storica della diagnostica italiana”, spiega Salvatore Cincotti, amministratore delegato di Technogenetics. “Operiamo da oltre 35 anni nel campo della ricerca diagnostica, delle biotecnologie, della genetica molecolare e, nel corso del tempo, abbiamo sviluppato un know-how specifico nell’ambito delle malattie infettive, dell’autoimmunità e dei disordini del genoma”.
Tra gli ambiti di specializzazione dell’azienda, che tra la sede principale di Lodi e il laboratorio R&D di Morra de Sanctis (in provincia di Avellino) ha 130 dipendenti, c’è anche quello dei reagenti per la diagnostica automatizzata in chemiluminescenza (CLIA), che sfrutta le reazioni chimiche provocate dall’emissione di luce per individuare virus e patologie. Un campo nel quale Technogenetics ha importanti partnership in Italia e all’Estero: da Menarini ai francesi di Stago, fino agli inglesi di IDS.
La battaglia contro il Covid-19
Tutti filoni che nel corso dell’ultimo anno “abbiamo continuato a portare avanti e a sviluppare con notevoli sforzi in termini di ricerca, attività sulla quale sono concentrati 35 dei nostri dipendenti”, sottolinea Cincotti, ma che in qualche modo hanno inevitabilmente lasciato la scena agli sforzi nella battaglia contro il Coronavirus. Per un’azienda che opera in questo settore la pandemia, infatti, ha rappresentato da un lato una sfida senza precedenti, dall’altro un’opportunità di crescita a ritmi mai sperimentati.
“Abbiamo chiuso il 2019 con un fatturato a 24 milioni di euro e per il 2020 avevamo un budget a 32 milioni di euro. Invece siamo arrivati a 61,5 milioni di euro di fatturato sull’onda del Covid” ammette l’amministratore delegato. Ora la nuova frontiera è rappresentata dai test salivari rapidi.
Il test salivare per riaprire le scuole
“Siamo in fase avanzata di convalida di un test salivare che potrebbe consentire di sottoporre a controllo la popolazione scolastica una volta a settimana”, annuncia Cincotti. “Ci lavoriamo da prima dell’estate scorsa, tutto con tecnologia italiana e nostro brevetto. Speriamo di poterlo rendere disponibile al mercato in quantitativi importanti entro un mese. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento che consenta di fare lo screening in meno di un minuto, che potrebbe essere utilizzato non solo per gli accessi a scuola, ma anche negli aeroporti e negli hotel”.
Grazie alla propria forza nei test Technogenetics punta ad allargare ulteriormente il proprio peso all’estero. Se al momento il 10% del fatturato deriva dall’export, principalmente l’Europa come mercato principale, in futuro la quota è destinata a crescere notevolmente puntando a Stati Uniti e Cina.
Non male per una piccola impresa lodigiana. Che, grazie a ingegno e capacità di fare, sta assumendo un ruolo sempre più cruciale nella lotta al Covid.
Leggi le storie degli altri Geni Lombardi