La storica colla a base di ingredienti naturali e le cucitrici a pinza Zenith sono prodotti in provincia di Pavia e sono venduti negli store di tutto il mondo come icone del Made in Italy.
È nata a Voghera la leggenda della Coccoina. I loro prodotti hanno fatto la storia della cartoleria italiana e internazionale. Tanto da essere entrati pressoché in ogni casa e ufficio del nostro Paese e in moltissimi altri nel resto del mondo. Dalla Coccoina, la colla al profumo di mandorla nata nel 1927 e da quasi un secolo venduta nell’inconfondibile barattolo di alluminio, alle cucitrici a pinza Zenith (ne avevamo parlato anche nell’intervista a Chiara Alessi su Tante care cose, il suo libro sugli oggetti iconici del Design italiano), che con il modello, marchiato 548 e lanciato nel 1948, hanno imposto un nuovo standard in Italia e all’estero.
Il nome Balma, Capoduri & C., azienda pavese nata nel 1924 dall’incontro tra Aldo Balma e Andrea Capoduri, suonerà tuttavia poco noto anche a chi le colle, le cucitrici, i punti e i levapunti prodotti rigorosamente a Voghera li utilizza quotidianamente. Guidata oggi da Aldo Balma, amministratore delegato e omonimo del fondatore che dal nonno ha ereditato non solo il nome, ma anche la passione per le cose fatte bene e per la cura ossessiva della qualità, al punto che i prodotti Balma, Capoduri & C. sono caratterizzati da una garanzia a vita per difetti di fabbricazione, questa realtà lombarda è infatti conosciuta quasi esclusivamente attraverso i propri marchi iconici.
Da un lato Coccoina, per tutte le colle comprese quelle viniliche e quelle in stick. Dall’altro Zenith, per le cucitrici a pinza e quelle da tavolo, i punti, i levapunti, i perforatori e i prodotti più recenti come i fermangoli e gli accessori da scrivania.
Un dettaglio solo apparentemente poco rilevante. Perché, in realtà, la storia del successo dell’azienda, che oggi è presente con i propri prodotti in oltre 30 paesi nel mondo, con quote più rilevanti in Europa e negli Stati Uniti, è legata a doppio filo alla storia delle due famiglie fondatrici. La cui relazione ha resistito al trascorrere dei decenni, alle guerre, alle crisi economiche e, adesso, anche alle pandemia.
“La nostra è una realtà nata dall’incontro tra due uomini, ma è ancora oggi frutto della collaborazione tra le due famiglie Balma e Capoduri”, sottolinea Aldo Balma. “Se io sono amministratore e rappresento la terza generazione, nella compagine sociale ci sono già la quarta e la quinta generazione delle due famiglie, che nel corso di quasi un secolo di storia sono sempre rimaste legate alla nostra attività, ai prodotti, alla tradizione. Un legame che caratterizza anche il rapporto con i dipendenti e che rappresenta un elemento fondamentale al di là di tutto ciò che produciamo”.
A fare il resto sono pochi, ma fondamentali, ingredienti: la determinazione nel continuare a fare prodotti con una cura e una qualità che la concorrenza raramente è riuscita a reggere; e la capacità inventiva che sembra essere stata trasmessa in eredità da una generazione all’altra insieme alle redini dell’azienda. Se nonno Aldo diede i natali alla prima cucitrice a pinza e alla Coccoina, industrializzando un prodotto che all’epoca veniva fatto sul momento dal cartolaio, lanciando una colla a base di ingredienti naturali (destrina di fecola di patate, acqua e aroma di mandorla) e trovando il modo di renderla più conservabile per evitare che si seccasse troppo velocemente, l’invenzione del primo levapunti fu firmata da papà Giorgio.
Sono invece frutto dell’inventiva dell’attuale amministratore, ingegnere chimico, le colle stick e quelle viniliche, così come i fermangoli (fermagli di forma triangolare che agevolano lo sfoglio delle pagine), i nuovi accessori da scrivania con i quali l’azienda ha ampliato il proprio campo d’azione e la linea Gold, con articoli di cancelleria di alta gamma. Tutto caratterizzato sempre dall’attenzione alla qualità, all’estetica e alla funzionalità.
D’altra parte, se i prodotti di questa realtà famigliare con 120 dipendenti e sede unica a Voghera sono diventati tanto iconici da andare oltre il ristretto ambito delle cartolerie ed essere venduti nei negozi di moda e design internazionali e negli shop dei più importanti musei del mondo, a partire dal MoMa di New York, è grazie alla cura di ogni minimo dettaglio. Anche quelli apparentemente insignificanti. È il caso, ad esempio, di ciò che accade con i punti in metallo, che vengono prodotti con macchine monofilo e le cui gambine vengono affilate attraverso un apposito processo di molatura per migliorarne la penetrazione nei fogli di carta.
“Ne produciamo dai 50 ai 60 milioni al giorno, che equivalgono a 50-60 mila scatolette, e li facciamo e li confezioniamo con macchine ideate e costruite al nostro interno”, spiega l’amministratore delegato. “Producendo in Italia non possiamo far altro che puntare sulla massima qualità possibile, che poi è ciò su cui puntiamo anche per espandere la nostra presenza all’estero, cosa che è tra i nostri obiettivi per il prossimo futuro”.