Nell’immaginario collettivo è un materiale che viene ancora associato alle classiche baite di montagna o a edifici comunque in luoghi lontani, come il Nord Europa, il Canada o gli Stati Uniti. Invece, a dispetto di un’immagine legata al passato, nel mondo delle costruzioni il legno rappresenta sempre più il materiale del futuro.
Questo è quanto emerge guardando gli edifici realizzati da Marlegno, società bergamasca che ha fatto dell’innovazione tecnologia e della sostenibilità le proprie caratteristiche distintive. Nata nel 2000 come azienda di carpenteria che forniva parti strutturali in legno al mondo delle costruzioni, dopo la pesante crisi che ha colpito il settore dell’edilizia tra il 2008 e il 2010 l’azienda ha rivisto radicalmente il proprio modello di business, specializzandosi nella progettazione e costruzione di case, edifici e strutture in legno su misura.
Una scelta coraggiosa, presa in una fase storica nella quale gli edifici moderni in legno nel nostro Paese erano ancora una rarità. Ma che nel giro di pochi anni ha decisamente pagato: oggi Marlegno, azienda con sede a Bolgare, a una manciata di chilometri di Bergamo, è un punto di riferimento nel settore della bioedilizia e tra i principali attori nel settore delle costruzioni in legno in Italia. Un materiale che la realtà orobica utilizza non solo per la realizzazione di ville e palazzine, ma anche di interi bio-quartieri e di resort turistici in tutto il mondo.
“Quando siamo partiti il mercato delle case in legno era davvero ridotto a numeri molto piccoli”, ricorda Angelo Luigi Marchetti, amministratore delegato di Marlegno e neoeletto presidente di Assolegno-Federlegno Arredo, l’associazione nazionale delle industrie prime lavorazioni e costruzioni in legno. Nonostante ciò, “quando gli effetti della crisi di Lehman Brothers si sono fatti sentire sul mercato dell’edilizia in Italia, e molte aziende non erano più solvibili, abbiamo deciso di cambiare pelle diventando noi stessi costruttori e puntando sulle potenzialità del legno e sulla nostra capacità di innovare”.
Un processo, l’innovazione, che si è rivelato fondamentale. E per il quale l’azienda, “essendo una piccola impresa che non aveva né un ufficio innovazione né risorse, si è appoggiata alle università, dal Politecnico di Milano alle Università di Brescia e Bergamo con cui c’è una costante collaborazione, per costruire insieme e grazie a bandi di ricerca e sviluppo un percorso verso l’open innovation”, prosegue Marchetti.
È così che Marlegno è riuscita ad adottare progressivamente tecnologie e soluzioni che l’hanno resa competitiva su un mercato che è cresciuto di pari passo con lo sviluppo dell’impresa. “Oggi siamo una realtà che punta a superare i 20 milioni di euro di produzione e che ha una sessantina di dipendenti diretti più altri 25 collaboratori esterni”, sottolinea l’amministratore delegato, “con importanti investimenti in ricerca e sviluppo e lavori non solo in Italia, ma anche all’estero”. Nel contempo, “se dieci anni fa la casa in legno, realizzata secondo i dettami della bioedilizia, era solo la villa per una fascia di clientela esclusiva, oggi può essere un condominio, un vero e proprio quartiere come quello che stiamo realizzando a Bolgare, ma anche strutture pubbliche, scuole, ponti e molto altro, tra cui edifici destinati al settore turistico”.
Quello delle costruzioni eco-compatibili è infatti un mondo che offre possibilità pressoché illimitate. Basti pensare che tra gli interventi realizzati da Marlegno c’è anche un ecoresort a 5 stelle alle Maldive, nell’isola di Bathala, dove lo scorso anno sono state costruite in pochi mesi, con una tecnica a secco che prevede l’assemblaggio degli elementi senza l’uso di collanti o sigillanti, 24 lussuose water villas e 48 beach villas.
“In questo caso abbiamo progettato l’opera pensando già a come la dovremo disassemblare tra 30 anni, magari recuperando o riciclando i materiali”, prosegue Marchetti, “perché quando parliamo di sostenibilità non ci riferiamo solo alle performance in termini di consumi energetici. Le nostre case sono pressoché tutte in classe A e garantiscono la qualità dell’aria interna, il benessere delle persone che ci abitano e la vera sostenibilità ambientale, a partire dall’impatto in termini di CO2 che per le case in legno è il 30% in meno rispetto a quello di una casa costruita con tecniche tradizionali”.