Sarà perché i bauli evocano i ricordi di un tempo passato, nel quale ogni viaggio in carrozza o in nave si trasformava in un’avventura. O sarà perché la loro presenza in tanti film del secolo scorso, ma anche nella più recente saga di Harry Potter, ha contribuito a diffonderne il fascino con un immagine di eleganza e mistero. Fatto sta che l’impressione che si ha entrando nel laboratorio artigiano di Emilio Scolari, storica maison milanese che dal lontano 1922 crea bauli in pelle, artigianali e su misura, è più quella di fare un tuffo in mondo magico che in un’epoca passata.
Anche oggi che l’azienda, fondata poco dopo la prima guerra mondiale in centro a Milano, si è trasferita nella nuova sede di Brugherio, comune in provincia di Monza e Brianza alle porte del capoluogo meneghino, la sensazione che si prova è quella di sbirciare dietro alle quinte di un palcoscenico prestigioso, calcato in quasi un secolo di storia da soggetti e personalità di ogni genere.
L’ultimo in ordine di tempo è stato Renato Zero, che ha ordinato un baule fatto su misura e preparato per poter ospitare 360 paia di occhiali, dei quali il cantante è collezionista quasi maniacale. Ma i bauli d’arredo e da viaggio realizzati nel corso dei decenni da Emilio Scolari, azienda il cui nome è legato al nobile Maestro d’arte che alla fine degli anni Sessanta riuscì a fare della pelletteria fondata dal nonno un brand riconosciuto in Italia e all’estero, sono stati centinaia, con clienti in ogni angolo del mondo.
“Oggi ne produciamo una ventina all’anno, tutti pezzi unici realizzati per soddisfare ogni desiderio del cliente, che in genere sceglie non solo misure personalizzate, ma anche la pelle per il rivestimento, gli accessori, l’allestimento interno e tutti gli altri dettagli”, spiega Fabio Orzieri, titolare dell’azienda nella quale era entrato come garzone appena diciannovenne e della quale ha assunto il controllo una ventina di anni fa, dopo aver maturato esperienza nel campo della pubblicità, delle PR, della finanza e dell’organizzazione aziendale ed essere stato richiamato da Emilio Scolari nel momento in cui aveva deciso di passare la mano.
“I nostri bauli sono ancora fatti completamente a mano all’interno del nostro laboratorio”, prosegue Orzieri. “La tecnologia la utilizziamo per il marketing, per il quale adoperiamo tutti gli strumenti social che abbiamo a disposizione, e per la progettazione del baule, che si fa al computer secondo tutte le indicazioni del cliente. Poi, una volta completato il taglio del legno con cui è fatta l’anima del baule e con cui sono fatti tutti gli accessori interni, la palla passa alle sapienti mani dei nostri artigiani, che per le diverse fasi di lavorazione impiegano mediamente 24/25 ore per ogni articolo”.
A differenza di ciò che si potrebbe immaginare, la parte più complicata dal punto di vista produttivo non è quella esterna, che in qualche modo determina l’estetica del manufatto, ma quella interna. “Nei nostri bauli i clienti chiedono spesso di inserire cassetti, ripiani, divisori per i vari articoli che vi andranno riposti”, spiega il titolare di Emilio Scolari, “e questo porta via parecchio tempo”.
D’altra parte, “in tutti questi anni di attività non mi è mai capitato di vedere un pezzo uguale ad un altro”, sottolinea. “Che venga direttamente a scegliere le varie caratteristiche o che si affidi a un architetto che segua la realizzazione dei bauli d’arredo, la nostra è una clientela particolare, che presta grande attenzione anche a tutti i dettagli”.
Una clientela che può permettersi di spendere dai 2 mila ai 4 mila euro per un baule e che, a dispetto di quanto si potrebbe pensare avendo a che fare con un articolo che sembra arrivare direttamente dal passato, giunge non solo tramite passaparola, ma anche grazie a internet. Non male per una micro azienda che occupa cinque persone e che, accanto ai bauli su misura, propone anche un altro tipo di articolo che ai non addetti ai lavori potrà sembrare un’eredità di un tempo che fu: le valige campionario.
“Sono ancora oggi utilizzate da chiunque proponga prodotti di consumo, tanto che noi ne vendiamo ancora diverse migliaia di pezzi all’anno, sia fatti su misura sia da catalogo”, assicura Orzieri. “Possono sembrare un articolo d’altri tempi. Invece, che si tratti di contenitori per gioielli, orologi, tessuti, occhiali, profumi, cancelleria, cosmetica e molto altro, sono ancora oggi utilizzati da chiunque vada in giro a vendere”.