Fimi, azienda del varesotto con quasi un secolo di storia, è leader globale nella progettazione e produzione di dispositivi per sale operatorie, endoscopia e molte altre applicazioni.
I loro display ad altissima qualità rappresentano il punto di riferimento a livello mondiale per il settore medicale, tanto da essere stati utilizzati, in configurazione tridimensionale, nel più evoluto sistema robotico che ci sia nell’ambito della chirurgia mininvasiva, nel quale la precisione richiesta è assoluta. Grazie a un know how unico e a un’esperienza maturata in quasi un secolo di attività, Fimi è infatti leader nella produzione di display medicali utilizzati dai più importanti produttori mondiali di sistemi diagnostici e interventistici.
Quello che colpisce di più è però la trasformazione di questa realtà. Nata nel 1926 a Saronno, in provincia di Varese, per produrre materiali isolanti (Fimi è acronimo di Fabbrica Italiana Materiali Isolanti, Ndr) è passata nel corso dei decenni attraverso una serie di trasformazioni che l’hanno portata a produrre prima radio con il marchio Phonola, poi televisori, giradischi, successivamente a specializzarsi nei monitor dei computer, con clienti come Apple, Ibm e Olivetti, e infine a concentrarsi sul Medical Imaging. Tutto ciò attraverso la messa a punto di modelli organizzativi e un approccio produttivo davvero unici per un’azienda di questo genere.
Realtà leader a livello globale
Con vendite che, a valore di mercato, sommano a 82 milioni di euro (dato 2020, Ndr) e con una produzione di circa 60 mila pezzi all’anno, Fimi è riuscita a imporsi sui mercati internazionali, che ne assorbono il 95% della produzione, grazie a un’organizzazione che si basa su processi pressoché “sartoriali”. “Noi operiamo in quella che rappresenta una nicchia di mercato e lo facciamo con un approccio custom made, con soluzioni hardware e software tutte sviluppate internamente e che ci consentono di rispondere, con massima flessibilità e capacità innovativa alle richieste di clienti che hanno esigenze elevatissime anche in termini di certificazioni e di conformità con le norme medicali”, spiega Franco Martegani, consulente della direzione e storica anima carismatica dell’azienda, della quale è stato per oltre vent’anni direttore generale.
Una caratteristica, l’approccio custom made, che rappresenta il vero segreto dell’azienda che è stata preservata anche dopo che Fimi, alla fine degli anni Sessanta, era entrata a far parte del gruppo olandese Philips, e successivamente acquisita nel 2010 da Barco, multinazionale belga leader di mercato nell’ambito dei display per diagnostica e per mammografia.
Dalle sale operatorie all’endoscopia
Utilizzati nelle sale operatorie, nei sistemi per l’endoscopia e in molti altri ambiti del mondo medicale, i display prodotti da Fimi sono, infatti, impiegati laddove la precisione delle immagini, la loro affidabilità e risoluzione fanno la differenza. Tanto che in questi ambiti la battaglia con la concorrenza si gioca sulla qualità e funzionalità dei display piuttosto che sul semplice prezzo di vendita.
Un contesto ideale per far valere il know how di questa straordinaria azienda, che ha ancora sede nello storico stabilimento in centro a Saronno e che ha in Europa, negli Stati Uniti, e persino nel far-east i propri mercati di riferimento. “Siamo un’azienda a tutto tondo, che sviluppa, produce e distribuisce esportando in tutto il mondo, pur non avendo un catalogo: ogni sistema medicale ha bisogno di una soluzione ad hoc, tanto che la nostra produzione comprende circa 130 codici prodotto diversi”, sottolinea Paolo Castelnovo, Finance & Administration Manager di Fimi. “Lavorare in un contesto di nicchia richiede lo sviluppo di progetti ad alto contenuto innovativo, che spesso sono frutto della collaborazione con i clienti, fondamentale per realizzare sistemi customizzati”.
Immagini 4K e Pace-makers
Alcuni esempi: il primo sistema endoscopico 4K, i più avanzati sistemi cardiovascolari come pure sistemi di controllo dei Pace-makers una volta impiantati, utilizzano Display Fimi. “Oggi una sala operatoria è sempre più un contesto polifunzionale, caratterizzato dalla possibilità di avere una serie di informazioni che servono all’équipe medica per monitorare le condizioni del paziente e i vari step dell’intervento”, sottolinea Martegani. “Noi forniamo display per ecografia, endoscopia, indagini cardiovascolari ed altre applicazioni medicali”.
Non male per un’azienda con 120 dipendenti, una buona fetta dei quali impegnati nella ricerca e sviluppo dei software che garantiscono una marcia in più ai suoi sistemi video. Un’azienda i cui reparti di montaggio e assemblaggio hanno un livello di pulizia e un’organizzazione tali da far pensare più ad un ambiente ospedaliero che a un’industria elettronica.