Il gruppo Desa, nato a Seregno nel 1908, sviluppa e realizza prodotti per la cura della casa e della persona e ha inventato lo sgrassatore universale. I suoi marchi? Chanteclair, Spuma di Sciampagna, Quasar e Sauber.
I geni del pulito universale sono brianzoli. Dici sapone di Marsiglia e la mente corre direttamente al Sud delle Francia. Pensi a un marchio come Chanteclair, tanto iconico da essere ormai utilizzato universalmente per indicare lo sgrassatore (anche quando è prodotto da altri brand), e ti immagini che dietro ci sia una multinazionale della pulizia per la casa. Usi un prodotto Spuma di Sciampagna e il richiamo immediato è alle vigne dello Champagne.
Invece, tutti questi prodotti per il bucato, per la cura della persona e della casa hanno in comune una caratteristica che, anche a chi li utilizza quotidianamente, difficilmente sarà nota: sono sviluppati e realizzati in Italia da un’azienda brianzola con oltre cent’anni di storia alle spalle. Un’azienda famigliare attualmente gestita dalla terza generazione che, dopo essere nata come piccolo saponificio artigianale a Seregno, in provincia di Monza e Brianza, ha saputo seguire e indirizzare gli sviluppi tecnologici in un settore ad alta evoluzione, puntando sul valore aggiunto del Made in Italy e imponendosi come leader nonostante la concorrenza di grandi gruppi multinazionali.
Un’avventura iniziata all’inizio del Novecento
“Tutto ebbe inizio nel 1908, quando mio nonno diede il via all’attività”, racconta Saverio Silva, membro del comitato esecutivo del gruppo Desa. “All’epoca Seregno ospitava un distretto di saponifici artigianali e anche la nostra attività nacque così, per poi svilupparsi tra le due guerre mondiali e consolidarsi negli anni Cinquanta, quando costruimmo la prima torre di atomizzazione in Italia per la produzione di detersivi in polvere”.
Un’innovazione destinata a tracciare il sentiero anche per la concorrenza, cosa che il gruppo brianzolo, che oggi ha il proprio quartier generale a Seregno e stabilimenti anche a Caravaggio (Bergamo), Sant’Agata Bolognese (Bologna) e Fara Olivana (Bergamo), ha continuato a fare nei decenni successivi. Se negli anni Settanta la novità fu rappresentata dalla produzione dei primi detersivi liquidi, negli anni Novanta arrivò l’invenzione più conosciuta dal grande pubblico: lo sgrassatore universale.
I marchi Chanteclair e Spuma di Sciampagna
“In precedenza avevamo fatto l’acquisizione di alcuni marchi storici, come Spuma di Sciampagna e Chanteclair, che era nato nel 1900 a Marsiglia quando il maestro saponiere Monsieur Auguste Roustan aveva brevettato la formula basata su soli ingredienti naturali. La nostra intuizione è stata quella di trasformare in forma liquida un sapone che era sempre stato venduto in forma solida o di truciolato. Questo ci ha consentito di creare prima una linea per il bucato liquido e poi lo sgrassatore universale (lanciato nel 1999, Ndr) un prodotto nuovo che ci ha visti innovatori anche rispetto alle multinazionali”, racconta con orgoglio Giovanni Sala, membro del comitato esecutivo del gruppo Desa, che conta 450 dipendenti e un fatturato per il 2020 di 324 milioni di euro.
Export: la presenza su 40 mercati in tutto il mondo
Una novità assoluta, che ebbe come primo testimonial pubblicitario negli spot che passavano in tv proprio Saverio Silva – nelle vesti di podista impegnato in una corsa campestre – e che, dopo le prime inevitabili difficoltà nel convincere i consumatori del suo potenziale, ha rapidamente conquistato il mercato, contribuendo a creare un nuovo segmento nel quale ora operano anche tutti i concorrenti. D’altra parte, se oggi i prodotti brianzoli sono presenti in 40 mercati in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, dal Canada all’Australia, dall’Europa alla Polinesia, è anche grazie alla capacità del gruppo di guardare sempre avanti.
Oggi Desa, che tra cura della persona e della casa produce oltre 280 milioni di pezzi all’anno, una parte dei quali per le private label dei principali gruppi della grande distribuzione, “ha un ciclo integrato che comprende la produzione delle materie prime chimiche di base, la produzione di flaconi e il controllo dell’intera filiera. Il tutto con un’attenzione altissima alla sostenibilità e alle esigenze ambientali, con la sfida per il futuro, nel quale puntiamo a consolidare la nostra presenza all’estero (che oggi assorbe circa il 20% della produzione), rappresentata soprattutto dalla transizione ecologica”, sottolinea Marco Sala, membro del comitato esecutivo Desa.