Artigrafiche Pagani è leader internazionale nell’utilizzo di materiali iper tecnologici a prova di contraffazione. I suoi sistemi sono richiesti in tutto il mondo dai marchi del lusso, della moda, dell’elettronica e dell’auto.
Le loro etichette anticontraffazione sono le più richieste dai marchi del lusso, della moda, dell’auto, degli articoli sportivi, della profumeria, oltre che dall’industria elettronica, dell’edilizia e di molti altri settori. Pur essendo una piccola azienda famigliare, Artigrafiche Pagani rappresenta infatti il riferimento mondiale per chi cerca un sistema che garantisca l’originalità di un prodotto. Eppure, a osservarla dall’esterno questa azienda sembra una classica realtà artigiana brianzola come tante altre, con capannone nella zona produttiva di Lazzate, comune monzese con poco più di 7 mila abitanti al confine con la provincia di Como.
Invece, dietro a quest’apparente ordinarietà, si nasconde un’azienda che opera con livelli di riservatezza degni dell’MI6, l’agenzia di spionaggio inglese, e che utilizza materiali iper tecnologici il cui impiego le è stato concesso in esclusiva dopo essere stato riservato per vent’anni alla sigillazione dei documenti di agenzie federali. D’altra parte, la caratteristica distintiva di Artigrafiche Pagani è stata fin dalla sua nascita quella di riuscire a fare lavorazioni che nessun altro riusciva a fare.
La passione per manoscritti e miniature
Tutto ha avuto inizio negli anni Cinquanta, quando Achille Pagani, che oggi conduce l’azienda insieme alla figlia Lucia, amministratore, cominciò a muovere i primi passi nel campo della grafica. “Ero appena tornato dal servizio militare e lavoravo per un piccolo laboratorio che stampava biglietti per le aziende, partecipazioni nuziali e carta da lettere intestata”, ricorda il fondatore.
Tuttavia, la sua precisione e la sua abilità, grazie alle quali ha prodotto manoscritti e miniature su pergamena che sono poi entrati a far parte delle collezioni della Regina d’Inghilterra e del Vaticano, erano così alte da andare al di là di quanto richiesto dal lavoro. “Fu così che il mio capo mi diede per divertirmi una vecchia macchina per la stampa a pedale che lui non utilizzava più”, prosegue Achille Pagani. “Io la portai casa e da lì iniziò tutto”.
Ingegno e accuratezza
Era il 1961. Il primo lavoro in proprio, la stampa di 2 mila fogli di carta intestata per l’azienda nella quale lavorava lo zio, venne realizzato con così tanta cura da attirare rapidamente nuovi clienti. “Prima arrivò Fimi, un’azienda di Saronno che produceva televisori ed elettrodomestici, per la quale stampavo i libretti delle varie apparecchiature”, racconta Pagani. “Poi, un altro cliente mi chiese di fare delle stampe su carta in PCV, materiale che presentava una serie di difficoltà per chi si occupava di stampa”.
Fu la svolta. Dopo aver trovato una soluzione tecnica adeguata, Pagani scoprì infatti che quel cliente aveva fatto quella richiesta per conto di Olivetti. “Passarono un paio di settimane e Olivetti mi diede da stampare tutte le etichette per i suoi prodotti”, ricorda.
Le etichette per Olivetti
Un salto di dimensioni notevoli, al quale si accompagnarono richieste sempre più frequenti anche dall’estero. “Tutto avvenne esclusivamente grazie al passaparola”, sottolinea Lucia Pagani. “Si era sparsa la voce che eravamo in grado di fare anche i lavori più difficili e quelli con i materiali più complicati da gestire, e iniziammo a produrre etichette per vari Stati, carta filigranata per certificati di garanzia e tanto altro”.
Un vero e proprio boom che proseguì fino ai primi anni Novanta, quando la crisi industriale di Olivetti mise a rischio anche la sopravvivenza di Artigrafiche Pagani, che oggi è associata ad API, l’Associazione Piccole e Medie Industrie. “Ci ritrovammo con un’esposizione altissima ed eravamo sull’orlo della chiusura quando ci arrivò la richiesta di un nuovo cliente, un marchio dell’auto che aveva bisogno di etichette anticontraffazione per la sua linea di prodotti”, ricorda Lucia Pagani.
La svolta: i signori delle etichette antitruffa
Un’occasione da cogliere al volo. Mettendo a frutto il know-how maturato nei decenni precedenti, l’azienda si gettò in questo nuovo settore. E il successo fu immediato, grazie alla capacità di sviluppare prodotti a prova di copia e falsificazione e di utilizzare materiali innovativi.
Oggi Artigrafiche Pagani è leader mondiale nel suo ambito, con milioni di etichette anticontraffazione stampate quotidianamente e clienti tra i grandissimi marchi internazionali della moda, dell’auto, dell’elettronica, oltre che tra gli Stati e le pubbliche amministrazioni (bolli, tagliandi per i parcheggi, pass per i disabili). “L’80% della produzione va all’estero, e i mercati principali sono Hong Kong, la Cina e gli Stati Uniti. Ciononostante, più che un’azienda restiamo una grande famiglia”, conclude Lucia Pagani, “perché siamo in tutto 20 persone tra cui il legame va ben oltre il lavoro”.