Massimo Alba è stato scelto per vestire Daniel Craig in No Time to Die. Il marchio si distingue per lavorazioni uniche, tessuti di alta qualità presi in prestito dall’arredamento e microetichette.
Il brand che ha vestito James Bond. I suoi capi hanno vestito Daniel Craig nel film No Time to Die, l’ultimo capitolo della serie cinematografica legata all’agente segreto 007. Pur trattandosi di un piccolo brand indipendente, la produzione ha infatti pensato che lo stile degli abiti firmati Massimo Alba fosse perfetto per interpretare la versione di 007 più umano e meno rigido di quando vestiva solo capi sartoriali tradizionali.
Ma gli aspetti che rendono appassionante la storia di questo marchio milanese nato una quindicina di anni fa anche per chi guarda al mondo della moda con distacco sono molti di più. Dalla scelta di adottare quella che con tutta probabilità è l’etichetta più piccola al mondo, una micro fettuccia generalmente utilizzata solo per le cravatte, all’idea di attingere al mondo dell’arredamento una parte dei tessuti. Dalla scelta di produrre esclusivamente in Italia e di puntare su materiali naturali di alta qualità, sottoposti a lavorazioni che li rendono unici, allo sviluppo del concetto di comfort emotivo, per cui i capi di tutte le collezioni sono tagliati in modo da far sentire perfettamente a proprio agio anche chi lo indossa per la prima volta.
La linea: “Facciamo quello che ci piace”
“Facciamo quello che ci piace, senza star troppo a guardare i trend della moda e nemmeno i classici”, spiega Massimo Alba, fondatore dell’omonimo brand “lanciato più per incoscienza che per presunzione”. Dopo una lunga carriera nel mondo della moda, dove è stato per quasi 18 anni direttore creativo di Malo, prima di lavorare per Agnona e poi entrare a far parte del team del marchio scozzese di maglieria Ballantyne, Alba ha infatti deciso di fondare il proprio brand nel quale esprimere in pieno la propria idea di azienda.
“Mi sono sentito pronto dopo il lungo periodo trascorso in Ballantyne, che mi ha portato a trascorrere molto tempo in Scozia a contatto con il suo mondo di magia, di fiabe e di racconti”, scherza (ma non troppo) Alba. Non a caso, il suo quartier generale sui Navigli, nel quale accanto ad abiti, tessuti, libri e pezzi di arredo unici provenienti da ogni angolo del mondo trova posto anche la sua piccola Citroen Ami elettrica, auto a due posti che il designer ha customizzato trasformandola in una sorta di monolite nero, sembra ispirato più ad “Alice nel paese delle meraviglie” che ai classici spazi creativi della moda.
Le cinque boutique in Italia
Allo stesso modo, anche la storia dell’azienda sembra quella di una realtà più improntata a dare spazio alle passioni e alla possibilità di crescere di chi ci lavora, dal suo fondatore ai 25 dipendenti, che all’esigenza di incasellarsi nelle regole del business in un settore iper competitivo come quello della moda. “Abbiamo cinque flagship store in Italia, e tutti sono in qualche modo legati a occasioni o a incontri nati per caso: siamo a Milano, in via Brera, a Roma, dentro a Palazzo Lancellotti, a Courmayeur, dentro lo chalet più antico che ci sia in centro, e poi a Sestri Levante e Forte dei Marmi, due località a cui sono particolarmente affezionato”, spiega Alba.
Il grosso della produzione, però, è destinato ai mercati esteri e all’e-commerce. L’export rappresenta infatti tra il 60 e il 70% del fatturato aziendale, con Nord America come mercato principale grazie alla presenza in tutti i più importanti department store degli Stati Uniti e su due dei portali di riferimento per il mondo della moda e del lusso: Mr Porter e SSense.
Non solo 007: le collaborazioni con Bauli e Valextra
“Lavoriamo molto bene anche in Europa, in Australia e nel Regno Unito, dove puntiamo ad aprire un flagship store a Londra”, prosegue il fondatore dell’azienda. L’occasione di vestire 007 e di figurare accanto a marchi di grandissima tradizione come Aston Martin, Land Rover e Triumph non è, infatti, nata da una sponsorizzazione o da un accordo commerciale, come accade normalmente, ma dalla passione che Daniel Craig ha nel privato per il piccolo brand meneghino. Ancora una volta un’opportunità nata da un incontro casuale, quindi, “grazie al quale siamo entrati a far parte del percorso di trasformazione di un personaggio iconico che racconta in qualche modo il mondo in cui viviamo”, sottolinea Alba, aggiungendo che è con lo stesso spirito che sono nate le recenti collaborazioni con Bauli, che a Natale 2021 ha prodotto un’edizione limitata del Pandoro firmata Massimo Alba, e con Valextra nel 2020 per un’edizione speciale di borse.
Che poi nel futuro a medio termine sia in programma un salto di qualità che porterà l’azienda ad aprirsi a capitali esterni e a internazionalizzarsi sempre di più, poco cambia. “L’obiettivo resta quello di rimanere liberi e di consolidarci nella fascia di mercato in cui siamo: alto di gamma, con uno stile coerente nel corso delle stagioni”, conclude il fondatore.