Se si dovesse indicare con un unico termine la loro dote principale, sarebbe con tutta probabilità tempismo. Dalla scelta di lanciare una linea che evidenziasse le caratteristiche femminili facendo sentire belle le donne anche con qualche chilo in più, fatta in un periodo, la fine degli anni Novanta, nel quale il cosiddetto abbigliamento curvy tendeva perlopiù a nascondere le forme, a quella di puntare sul valore aggiunto del Made in Italy, o ancora meglio del Made in Brescia, in una fase nella quale gran parte della concorrenza delocalizzava verso i Paesi asiatici e dell’Est Europa, la storia di Pango è infatti caratterizzata dalla capacità di assumere decisioni controcorrente che, alla resa dei conti, si sono rivelate azzeccate.
Eppure, nel curriculum di questa azienda bresciana fondata nel 1974 da Gino Scotuzzi e Pietro Marzotto, il cui nome è acronimo di Pantaloni e Gonne “perché nei primi vent’anni di vita abbiamo venduto pressoché esclusivamente per i grossisti e la grande distribuzione”, racconta Gianfranco Scotuzzi, amministratore unico della società fondata dal padre, c’è molto di più. Se la linea Gaia Life, lanciata nel 1997, ha rappresentato il primo contatto con il mondo della vendita al dettaglio e oggi contribuisce per circa il 50% al fatturato, nel corso degli anni il portafoglio clienti di Pango si è infatti notevolmente ampliato.
“Siamo i primi produttori del private label di Rinascente”, sottolinea Scotuzzi, “siamo tra i più importanti fornitori per la versione italiana del canale americano di vendita QVC attraverso il marchio Extesa, gestiamo una linea al dettaglio regolare che va sotto il nome di Ten Ways to Be, vendiamo a gruppi come Sorelle Ramonda e serviamo una serie di altri clienti”. In totale circa 400 aziende tra grandi marchi e negozi al dettaglio.
Non solo. Dopo il lockdown causato dalla pandemia da Coronavirus “alcuni marchi primari del mondo della moda ci hanno contattati per sentire se siamo disponibili a fare delle produzioni o delle collaborazioni con loro”, confida Scotuzzi, sottolineando come questa nuova opportunità nasca proprio dalla scelta dell’azienda di continuare a produrre in Italia. Una decisione coraggiosa dal punto di vista economico, visti i costi della manodopera (e non solo) nel nostro Paese. Che si è però rivelata fortemente strategica in una fase storica nella quale, a causa del Coronavirus, le filiere produttive globalizzate hanno messo in mostra una serie di debolezze e aspetti critici.
“La nostra produzione è a Bassano Bresciano, a metà strada tra Brescia e Cremona, e abbiamo fonti produttive al massimo nell’area di Brescia”, sottolinea l’amministratore di Pango, che si definisce con orgoglio un’azienda a “Chilometri 30”, riferendosi al fatto che anche i laboratori addetti alla produzione sono tutti nel raggio di 30 chilometri dalla sede centrale. Ciò non significa, chiaramente, che Pango non guardi con interesse ai mercati esteri.
Anzi. Proprio nelle scorse settimane l’azienda, che ha 42 dipendenti e che oggi è gestita in sinergia con la famiglia Manenti, ha aperto un nuovo punto vendita monomarca della linea Gaia Life a Sofia, capitale della Bulgaria. E, nel complesso, circa il 20% della produzione di Pango, che ogni anno realizza 350 mila capi, è destinata all’export.
I mercati principali? Russia, Germania, Regno Unito e Bulgaria. Ma le collezioni firmate da Pango, soprattutto quelle della linea Gaia Life, si vendono un po’ in tutta Europa, tanto che nei piani futuri dell’azienda c’è l’apertura di punti vendita in molte città del continente.
Niente male per un’azienda che ha appena aperto un nuovo showroom destinato ai clienti stranieri in centro a Milano e che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 11,7 milioni di euro. Un’azienda che anche in una fase storica particolarmente delicata per il settore tessile come quella attuale, caratterizzata da forti incertezze e dallo stravolgimento dei flussi produttivi storici, sta mettendo in mostra quel genio che le ha consentito di imporsi in un settore, quello della moda curvy, cresciuto nel corso degli anni fino ad uscire dalla dimensione di nicchia.
Negli ultimi mesi Pango ha infatti avviato la sperimentazione di un processo che garantisce l’immunità batteriologica dei tessuti attraverso l’applicazione di un composto, l’Ultra-Fresh KW-48® ideato dall’azienda canadese Thomson Rasearch Associates Inc, che verrà utilizzato per una parte delle collezioni che saranno presentate nelle prossime settimane.