Che cos’hanno in comune Renato Pozzetto, Fedele Confalonieri e Shaikha Maitha Bint Mohammad, primogenita dell’emiro di Dubai? Un negozio di riferimento per i propri acquisti a Milano. Che, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, non è né la bottega di un sarto né uno studio di design, bensì la più antica rivendita di dolciumi del capoluogo lombardo, la cui storia ha avuto inizio nel lontano 1929 ed è destinata a proseguire ancora a lungo: la bottega del “re delle caramelle” Vittorio Ronchetti.
“Tutto ha avuto inizio con mio padre Ettore, che negli anni Venti era venuto da Montorfano, in provincia di Como, a Milano per frequentare la scuola dei Maestri Pasticceri e aveva poi iniziato a lavorare con i fratelli nella pasticceria di famiglia, in via Montello”, racconta il titolare dell’insegna, che oggi conta tre negozi a Milano: in viale Coni Zugna, in viale Tibaldi e in via Carlo Farini. La storia procede senza particolari scossoni fino al secondo dopoguerra, quando, nel 1950, Ettore decide di aprire una pasticceria tutta sua e con la moglie si trasferisce ad Affori, alla periferia Nord della città.
È il momento della svolta. Ronchetti inizia infatti a produrre torrone, croccanti e pralinate e l’attività si sviluppa rapidamente. Questo anche grazie al contributo dei figli, che iniziano ben presto a impegnarsi nell’impresa di famiglia. “Io ho iniziato a lavorare con mio papà a 14 anni”, ricorda Vittorio, spiegando come in quel periodo la progressiva crescita dei prodotti venduti andasse di pari passo con lo sviluppo commerciale. Al laboratorio e negozio di Affori si affiancò infatti l’attività di vendita ambulante alle fiere e alle grandi manifestazioni.
“La prima volta che andai con mio padre a una di queste fiere fu per quella di Sant’Ambrogio a Milano (la fiera degli Oh Bej Oh Bej, Ndr) e mi ricordo ancora che incassammo 26 mila lire vendendo 260 stecche di torrone a 100 lire l’una”, racconta Ronchetti. “Erano gli anni Cinquanta, e da allora in avanti per molti decenni per noi il lavoro è stato non solo quello in settimana, ma anche quello la domenica, con fiere in tutta Italia e anche all’estero”.
È così che progressivamente il nome di Ronchetti e dei suoi prodotti si è sempre più affermato nel panorama degli appassionati. Al punto che tra i clienti storici dell’azienda, oltre a Confalonieri, a Pozzetto e al collega Cochi Ponzoni, ci sono stati Bettino Craxi, che amava le caramelle all’eucalipto, e il cantante Ernesto Bonino, molto popolare negli anni Sessanta e Settanta.
Gli incontri che hanno lasciato maggiormente il segno, quantomeno per l’originalità, sono forse stati quelli con la principessa di Dubai, che si muove con due limousine nere, i fuoristrada della scorta e le guardie del corpo. Ogni volta, strada bloccata e vendite a gonfie vele grazie all’abitudine principesca di fare scorte per se stessa e per gli amici.
Oggi che il furgone da ambulante è stato pensionato dopo decenni di onorata carriera e che il marchio ha smesso di produrre in proprio torrone e croccanti, la tradizione dei dolci e delle caramelle resta più forte che mai. I tre negozi milanesi rappresentano infatti un vero e proprio paradiso per chiunque sia incline a lasciarsi andare ai peccati di gola, con oltre 500 tipi di caramelle provenienti da tutto il mondo, tra cui molte di produzione artigianale, dolci, cioccolato e tutto il meglio della produzione italiana e internazionale.
Dal Sacripante dolce genovese alla Putizza triestina. Dal Pampapato di Ferrara al Marzapane di Lubecca. Dalle caramelle spagnole a quelle olandesi, fino a quelle con la carruba prodotte in Sicilia.
“Da sempre puntiamo sulla freschezza e bontà dei prodotti, grazie alle quali anche nei momenti più difficili, come quello di questo periodo, siamo riusciti a dare valore alla nostra impresa”, spiega Ronchetti, che in occasione della Giornata dei nonni è stato scelto da KRUK, gruppo leader nel mercato della gestione del credito in Europa Centrale, per rivelare alle future generazioni i segreti di un’azienda di successo che impiega otto persone, tra famigliari e dipendenti.
Segreti tra i quali ci sono certamente anche “il valore del lavoro e la gestione oculata delle risorse”, sottolinea Ronchetti. “Noi abbiamo sempre lavorato tutti in famiglia, mio papà, mia mamma, mia sorella e poi anche mia moglie, e non abbiamo mai buttato via i soldi. Perché anche se sono milanese, non sono per niente un bauscia”.