La loro storia, lunga oltre 35 anni, è quella dell’intero settore assicurativo in Italia. Dai piccoli-grandi cambiamenti che hanno modernizzato e rivoluzionato un comparto che negli anni Sessanta-Settanta era ancora caratterizzato “da un forte protezionismo e da veri e propri cartelli”, alla svolta digitale degli anni Duemila, fino agli attuali riflessi della pandemia globale da Covid-19.
Eppure, a farli emergere in un mercato che nel corso degli ultimi decenni ha registrato una forte crescita e notevoli trasformazioni è stata un’intuizione tanto semplice quanto geniale: quella di essere i primi in Italia a guardare oltre la piazza di Milano, dove tutti i concorrenti in qualche modo si erano concentrati a fare affari, per proporre i propri servizi di broker anche nelle città di provincia e nel resto del Paese, “dove le aziende locali ci accoglievano molto bene, perché percepivano che avere accanto una figura professionale indipendente permetteva loro di stipulare polizze fatte meglio e più convenienti di quanto non capitasse in precedenza”.
A raccontare l’avventura imprenditoriale di Assiteca, leader in Italia nel mercato del brokeraggio assicurativo, è Luciano Lucca (nella foto), Presidente e fondatore del gruppo specializzato nella consulenza sulla gestione dei rischi d’impresa. Una realtà che, pur mantenendo a Milano cuore e quartier generale, è oggi presente in 20 città italiane, oltre che in Svizzera e Spagna, grazie a “uno spirito imprenditoriale che ci ha portati a fare una politica di aggregazioni e a crescere più velocemente di quanto non avremmo fatto solamente con il mercato”, spiega Lucca.
Tutto ha avuto inizio nel 1982. È allora che Lucca, con alle spalle dieci anni di esperienza nel ruolo di broker, decide con due soci di lanciare Assiteca. “In quegli anni il mercato si stava progressivamente aprendo e la figura del broker si andava affermando dopo un lungo periodo nel quale il settore l’aveva fortemente ostacolata con tutta una serie di legacci e legaccioli”, racconta il fondatore del gruppo. “Noi, aprendo per primi in tutta Italia, siamo riusciti a diventati attori importanti di questo cambiamento, che privati e imprese hanno accolto molto positivamente, e a coglierne tutte le opportunità”.
La figura del broker rappresentò infatti una svolta positiva in un mercato molto ingessato. E il successo di questi professionisti che aiutavano i clienti a orientarsi nel mare magnum delle polizze assicurative, contribuendo a individuare o definire ex novo quella più adatta alle loro esigenze, fu immediato.
“Lavoravamo come un coltello nel burro: i contratti assicurativi di allora, visto che il mercato era molto protetto, gridavano davvero vendetta, perché erano arretrati e costosi”, ricorda Lucca. “Quanto poi il mercato si è consolidato, a fare la differenza è stata la nostra capacità di crescere di più rispetto ai competitor”, oltre che la bravura di restare sempre un passo avanti.
Non a caso fu proprio Assiteca, nel 2000, a inventare e lanciare 6Sicuro.it, il primo sito in Italia per il confronto e l’acquisto online della polizza RC auto. E fu ancora una volta il gruppo milanese a cogliere l’esigenza dei clienti di affidarsi a broker iper specializzati anziché a figure con competenze generaliste. “Oggi le aziende non si accontentano più di una semplice intermediazione assicurativa, ma chiedono un Risk Management a 360 gradi”, sottolinea Lucca.
“La nostra azienda ha risposto ai cambiamenti del mercato percorrendo sempre strade molto innovative: fummo tra i primi, nel 1992, a far entrare un fondo di investimento in Italia per investire il brokeraggio”, racconta il presidente. “Poi fummo la prima società di brokeraggio italiana a ottenere la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008 e, nel 2015, siamo diventati anche il primo broker quotato alla Borsa Italiana nel segmento AIM Italia”.
Una serie di passaggi che spiegano non solo come abbia fatto il gruppo a imporsi sul mercato pur trovandosi a competere con grosse realtà multinazionali, ma anche perché abbia tra i suoi oltre 4.500 clienti aziende del calibro di Coima, Lottomatica e Unicredit, giusto per citarne alcune. Un biglietto da visita niente male per un gruppo che ha chiuso il bilancio 2019 con ricavi per oltre 70 milioni di euro e una previsione di crescita significativa anche per questo esercizio.
Libero, 27 giugno 2020