Doppio Malto ha raddoppiato il numero di locali anche in piena pandemia, espandendosi in tutta Italia e conquistando Parigi e Glasgow grazie all’Italian Life Style.
Alzi la mano chi non ama la birra artigianale. Per avere un’idea della straordinarietà dell’impresa basterebbe un semplice dato: nel biennio 2020-2022, scandito dalla pandemia, dai lockdown e dalle restrizioni che hanno colpito in maniera durissima il mondo dei pubblici esercizi, costringendo alla chiusura migliaia di attività, il numero dei loro locali è raddoppiato, passando da 16 a 32. Ma a rendere unica l’impresa di Doppio Malto, birrificio artigianale fondato a Erba nel 2004 e diventato oggi una realtà con 50 milioni di euro di fatturato e locali in cui si servono solo birre di produzione propria a Parigi, Glasgow, Saint-Étienne e Newcastle, c’è molto di più.
La storica sede di Erba, in provincia di Como, dove il mastro birraio Alessandro Campanini aveva cominciato a sperimentare nuovi sapori, si è ormai da tempo affermata come punto di riferimento per tutti gli appassionati del territorio, grazie a birre artigianali che hanno conquistato oltre 90 premi a livello internazionale. L’uscita dalla nicchia del piccolo birrificio artigianale e il passaggio in un’altra dimensione, con la quale Doppio Malto ha conquistato non solo il mercato nazionale, ma anche quelli di Paesi come Scozia, Francia e Inghilterra nei quali la tradizione brassicola è decisamente più radicata di quanto non sia in Italia, è però cosa degli ultimi anni.
La birra artigianale
Nel 2016 il birrificio è, infatti, stato acquisito da Giovanni Porcu, avvocato con il pallino dell’imprenditoria il quale, dopo una breve parentesi tra codice civile e codice penale, si è lanciato nel mondo della ristorazione con l’idea di diffondere anche in Italia un modello che all’estero era già consolidato, ma che era ancora relativamente nuovo per il nostro Paese: quello della ristorazione organizzata.
“Durante gli ultimi anni del liceo avevo lavorato come cameriere a Londra, e lì avevo scoperto questo modello di servizio”, racconta Porcu, classe 1980 e amministratore delegato di Foodbrand, proprietario del marchio Doppio Malto. Il resto è frutto di un mix vincente, nel quale il fuoco sacro dell’imprenditoria si mischia con la capacità di analizzare in molto lucido il contesto, modificando la propria visione in base ai feedback del mercato.
La cultura brassicola
Dopo essere partiti “con la mission di fare cultura brassicola, strada facendo ci siamo resi conto che i nostri clienti volevano semplicemente un posto dove rilassarsi e stare bene, dove essere felici”, spiega Porcu. “La birra artigianale è così diventata l’elemento sociale per creare questo tipo di ambiente: noi abbiamo raccolto lo spirito aggregante del prodotto e l’abbiamo portato sul retail abbinandolo a buon cibo e locali piacevoli, valorizzando l’aspetto cosiddetto esperienziale”.
Un cambio di formula rispetto all’idea iniziale che ha rappresentato il punto di svolta per Doppio Malto. In pochi anni i locali del marchio comasco hanno infatti conquistato l’Italia, continuando a diffondersi rapidamente anche in piena pandemia: da Milano a Roma, da Torino a Palermo, da Cagliari a Verona.
Prossime aperture: Edimburgo e Leeds
Poi, sull’onda del successo sul mercato nazionale, “abbiamo deciso di andare all’estero per confrontarci con chi ha dimensioni internazionali e prospettive planetarie”, spiega Porcu. “Anche se all’estero già esistevano diversi modelli di brew pub, tutti lavoravano sul prodotto. Noi, invece, abbiamo declinato l’idea di Italian Life Style, affiancando le nostre birre di alta qualità ad ambienti in cui stare bene, nei quali si può giocare a biliardo, biliardino, scacchi e nei quali offriamo la qualità del cibo italiano con cui gli altri non riescono a competere”.
Una format vincente, come confermano le ulteriori aperture in programma a Edimburgo e Leeds nel corso del 2022 e l’obiettivo ambizioso di raddoppiare il fatturato e arrivare a quota 100 milioni di euro entro il 2024. “Noi oggi abbiamo 700 dipendenti tra il birrificio e la rete retail e nei nostri locali serviamo tra i 4 e 5 milioni di birre all’anno, con una qualità anche superiore a quando siamo partiti. Entro la fine dell’anno sbarcheremo nella grande distribuzione”, annuncia Porcu, “con un prodotto artigianale premium il cui obiettivo è quello di dare continuità alla premessa esperienziale che è alla base del nostro successo”.