Ci sono storie che meritano di essere raccontate perché le vicende e i personaggi che le caratterizzano sono in qualche modo unici. E ci sono storie che, invece, catturano l’attenzione perché ci rivelano realtà che nemmeno immaginavamo potessero esistere.
Quella di Chun & Vollerin, azienda milanese nata nel 1889 dall’incontro tra una famiglia di origini tedesche e una di origini francesi, che si sono stabilite in Italia nella fase finale dell’Ottocento, è una storia che riesce nella rara impresa di fondere entrambi gli elementi. La società, fondata a Livorno nell’anno in cui a Parigi si completava la costruzione della Tour Eiffel e trasferita a Milano nel 1901, ha infatti attraversato tutti i grandi eventi del secolo scorso e del nuovo millennio. E lo ha fatto trovando, di volta in volta, nuove formule per adattarsi al contesto in cui operava, senza mai rinunciare a quello che da sempre rappresenta la specialità della casa: la preparazione e commercializzazione di semilavorati in leghe di nichel, leghe di rame, in tungsteno e sue leghe per ambienti particolari come l’industria navale, quella petrolchimica, quella delle costruzioni, quella medicale e quella aeronautica, nelle quali i materiali sono sottoposti ad altissime temperature ed alto rischio di corrosione.
“Chun & Vollerin è sempre stata legata al comparto dei metalli speciali”, racconta Nicola Ferrario, amministratore delegato del gruppo, “anche se durante la seconda guerra mondiale ci siamo occupati di import di carta igienica e di vendita di profumi, mentre tra gli anni Settanta e Ottanta ci siamo dedicati ai materiali per paralumi, alle tele per legatoria e ai velluti. Oggi il business è concentrato sui metalli speciali, soprattutto le superleghe di nickel, per i quali noi siamo stockisti, distributori ufficiali di diverse aziende e trait d’union tra le acciaierie e vari cantieri e impianti”.
Quello svolto dall’azienda meneghina, che ha sede a Cusago, comune alla periferia Ovest di Milano, è infatti un ruolo molto particolare, che solo poche altre realtà al mondo svolgono. “Operiamo in una nicchia di mercato, lavorando su quelle che sono le inefficienze del ciclo delle acciaierie”, spiega Ferrario.
Se i grandi cantieri navali e le società che sviluppano i mega progetti petroliferi, le piattaforme offshore o i gasdotti programmano le loro attività su un arco temporale ampio e possono pertanto permettersi di attendere i lunghi tempi di consegna delle acciaierie, che normalmente sono nell’ordine di 9-10 mesi per una commessa, quando si parla di subcomponenti il discorso cambia radicalmente. “Per fare un esempio, in un cantiere o su una piattaforma servono anche le viti fatte con materiali speciali della stessa resistenza delle valvole e dei tubi, e quelle vengono richieste senza che ci sia tempo di attendere mesi per averle: è lì che operano realtà come la nostra, che hanno il materiale in stock”.
La sfida all’interno di questa nicchia si gioca soprattutto sulla capacità di intuire con mesi di anticipo sulla concorrenza, talvolta addirittura anni, quali tipologie di materiali e componenti minori potranno servire a chi realizzerà un mega impianto petrolchimico, una nave, un oleodotto o un impianto medicale. E sul saperseli assicurare nel momento giusto.
In tal senso, oltre a un magazzino adeguatamente rifornito di barre e lamiere, è essenziale saper stringere relazioni industriali con partner strategici, che sappiano utilizzare i materiali per la produzione di quelle parti minori essenziali per realizzare i grandi progetti: viti, valvole, turbine per i motori degli aerei.
“Fondamentalmente i prodotti si dividono in un paio di macro categorie”, spiega l’amministratore delegato di Chun & Vollerin. “Quelli che vengono utilizzati per la resistenza alla corrosione, per cui nei depuratori di acque reflue, nel petrolchimico, nel trasporto del greggio, negli impianti di raffinazione e di produzione di plastiche e negli impianti chimici, oltre che nell’industria farmaceutica”.
“Poi ci sono i materiali che resistono alle alte temperature e che venivano utilizzati fino a qualche anno fa dall’industria dell’automotive, mentre oggi sono sempre più richiesti nell’areonautica, nell’aerospaziale e nella missilistica, dove a resistenza al calore deve essere eccezionale: noi forniamo al cliente sia la materia prima, sia il semilavorato finale”.
Il tutto per un’attività che sfata anche un’idea distorta che la maggior parte di noi ha del settore. Perché “uno pensa all’acciaieria e si immagina un mondo ad alta tecnologia; invece”, conclude Ferrario, “spesso è ancora un mondo molto artigianale, come quello di Charlie Chaplin in Tempi Moderni”.