L’azienda milanese Leghe Leggere Lavorate è leader europeo nei dispositivi medici prodotti a partire da materiali naturali e riassorbibili dal corpo umano.
Dalle piccole parti in alluminio per i contatori elettrici degli anni Cinquanta, alla componentistica di precisione per la chirurgia ortopedica, veterinaria e l’implantologia dentale. Il tutto passando per il settore dell’automotive e arrivando a sviluppare, unica in Italia e tra le sole due aziende a farlo in tutta Europa, componenti medici in PLLA, un polimero prodotto da risorse rinnovabili quali il mais, la canna da zucchero o il riso e riassorbibile dal corpo umano.
Quella di Leghe Leggere Lavorate, azienda milanese specializzata nella produzione di componentistica per la chirurgia ortopedica e l’implantologia dentale, è la storia di una piccola azienda famigliare italiana che, grazie a genio e capacità di innovare, è riuscita a imporsi in un settore iper specialistico dominato da grandi colossi multinazionali. Per farlo ha cambiato più volte pelle nell’arco dei propri settant’anni di storia, vissuti come un lungo viaggio in parallelo con lo sviluppo del Paese.
Gli anni Cinquanta e le parti per i contatori elettrici
“Tutto ha avuto origine con nonno Aldo”, raccontano i fratelli Davide e Matteo Pizzamiglio, attuali amministratori del gruppo Leghe Leggere Lavorate, “il quale nel 1951 ha aperto una piccola produzione di particolari per i contatori elettrici, all’epoca meccanici. Infatti, il nome deriva proprio dal fatto che i particolari dei contatori venivano prodotti in alluminio”.
Con il passare degli anni, il boom economico italiano e l’ingresso in azienda di Ivo, padre dell’attuale Ceo, Davide Pizzamiglio, l’azienda cresce e si apre a nuovi mercati. “Abbiamo cominciato a produrre e fornire anche componenti per il settore auotomotive, passando dai cinque-sei dipendenti iniziali a una quindicina”.
È però all’inizio degli anni Novanta, con l’ingresso in azienda della terza generazione, che arriva il vero salto di qualità. “Io scalpitavo e sentivo l’esigenza primaria di far crescere l’azienda: così ho cominciato ad attraversare i mercati più performanti in quell’epoca, tra cui l’elettronica, con i primi cellulari e ponti radio”, racconta Davide Pizzamiglio. Nelle sue parole c’è tutto lo slancio e l’entusiasmo di quegli anni, che ancora adesso lo caratterizzano quando parla dell’azienda di famiglia.
La svolta con la terza generazione: il settore medicale
“Poi”, prosegue, “incappai in un amico ortopedico che mi chiese se ero in grado di realizzare quella che oggi si chiama vite cannulata per le fratture ossee: lì mi si aprì un mondo”. Da quel primo contatto con il settore medicale e delle chirurgia alla realizzazione delle prime viti ortopediche il passo fu breve. Così come, dopo i primi anni di convivenza delle vecchie produzioni con quelle nuove, con i primi anni 2000 l’azienda prese la decisione di concentrarsi sul nuovo settore.
Oggi l’azienda, che oltre al quartiere generale di Buccinasco, comune dell’hinterland meneghino a Sud-Ovest del capoluogo lombardo, ha una seconda unità produttiva a San Marino, specializzata nella lavorazione dei polimeri, rappresenta un vero proprio fiore all’occhiello dell’industria italiana nel mondo, avendo oltre 100 lavoratori, con un piano di crescita approvato che porterà la compagnia al raddoppio della forza lavoro, del fatturato e all’apertura di un terzo polo produttivo, sempre nell’area di Buccinasco.
Una realtà unica in Italia e all’estero
“Siamo gli unici in Italia a fornire un servizio completo ai clienti, che possono affidarsi a noi per tutte le fasi di sviluppo di un nuovo prodotto”, sottolinea Pizzamiglio. “Da quella di ricerca e sviluppo, per cui abbiamo un ufficio tecnico interno, a quella della produzione. Da quella di finitura, a quella di confezionamento che, per i prodotti sterili, avviene in camera bianca e in condizioni di atmosfera controllata”.
Un’organizzazione che ha consentito, negli ultimi sette-otto anni, di sviluppare la parte di prodotti in PLLA, particolarmente indicata per la chirurgia pediatrica e per tutti quegli interventi – come la correzione del piede piatto, dell’alluce valgo, delle dita a martello – per i quali l’utilizzo di questo materiale evita al paziente di sottoporsi a un secondo intervento per la rimozione della vite in lega leggera o titanio una volta che il problema si è risolto.
Quanto ai mercati di riferimento di questa realtà, il 70% della produzione per la chirurgia ortopedica, veterinaria e l’implantologia dentale è destinato agli Stati Uniti. La parte rimanente copre le vendite in Italia ed Europa. Niente male per un’azienda che, nonostante il traguardo dei 70 anni di età appena raggiunto, è animata dallo spirito innovativo e dalla voglia di osare di una start-up.