Officina Meccanica Galli produce pezzi unici ad altissima precisione ed esporta il 30% della propria produzione negli Stati Uniti e in Europa.
Le loro protesi medicali, realizzate su misura e lavorando materiali quali il titanio e il polietilene ad altissimo peso molecolare, un polimero utilizzato soprattutto per il ginocchio e gli inserti maxillo-facciali, sono richieste in tutto il mondo. Quando si tratta di pezzi unici, fatti on demand, in maniera ancora parzialmente artigianale e con caratteristiche incompatibili con la produzione di serie, l’Officina Meccanica Galli rappresenta infatti un punto di riferimento a livello internazionale.
Eppure, questa realtà fondata nel 1974 da Antonio Galli, è nata come officina per la lavorazione e produzione di utensili per il settore petrolifero e per quello dell’automotive. E ancora oggi, nonostante le sue protesi vengano utilizzate negli Stati Uniti e in Europa per i più delicati interventi chirurgici, resta una piccola azienda famigliare con una decina di dipendenti e due capannoni a Novate Milanese, nell’hinterland meneghino.
Una nicchia ad alto valore aggiunto
Quella di Officina Meccanica Galli, azienda associata ad A.P.I. (Associazione Piccole e Medie Industrie), è infatti la storia di un’impresa che è stata capace di imporsi in una nicchia ad alto valore aggiunto senza snaturarsi. E che un passo alla volta si è affermata per la capacità di fare lavorazioni speciali, al punto che tra i suo clienti ci sono anche gruppi leader nel mercato medicale che per i pezzi unici e quelli più complessi preferiscono affidarsi all’azienda meneghina anziché fare in proprio.
“Sia nel settore medicale sia in quello dell’utensileria, per il quale abbiamo comunque continuato a lavorare, facciamo lavorazioni conto terzi”, spiega Alessandro Galli, figlio del fondatore e oggi alla guida dell’azienda. “Il nostro segreto è stato riuscire a sfruttare l’esperienza e il know how che abbiamo maturato con mio padre nel comparto degli utensili industriali, dove abbiamo sempre prodotto pezzi speciali e fatto lavorazioni di qualità per grandi gruppi internazionali”.
Dagli utensili per l’Oil & Gas al campo medicale
Fin dalla nascita l’azienda ha infatti lavorato per Sandvik, multinazionale svedese oggi leader mondiale nella produzione di utensili, nel settore dell’ingegneria dei materiali e nel settore minerario e delle macchine per movimento terra. Successivamente, alle lavorazioni per il settore Oil & Gas si sono aggiunte quelle per l’automotive, per clienti come Mitsubishi, e più avanti anche quelle per le telecomunicazioni, con clienti come Pirelli.
Comparti che hanno assorbito completamente la produzione dell’officina fino agli anni Novanta quando, con l’ingresso in azienda di Alessandro, lo sguardo si cominciò ad allargare al settore medicale. “Abbiamo cominciato con lavorazioni semplici: vassoi per sala operatoria, oltre che strumenti e utensili per gli interventi”, racconta.
La vera svolta, infatti, è storia molto recente, dell’ultimo decennio. “Tutto è nato per soddisfare le esigenze di un nostro cliente che ci ha portati a certificarci Iso 13485, il sistema di gestione della qualità specifico per i dispositivi medici, e a produrre i primi inserti tibiali per il ginocchio”, spiega Galli. “Da lì abbiamo visto crescere molto rapidamente le richieste del mercato medicale, che ha progressivamente assunto sempre più importanza per le nostre lavorazioni”.
Le protesi su misura
Oggi l’azienda si è di fatto riconvertita a questo settore, approfittando della fase di lockdown del 2020 e della riduzione di richieste da parte del settore petrolifero e dell’automotive per realizzare questo cambiamento. “Il nostro valore aggiunto è che siamo in grado di fare lavorazioni ad altissima precisione, comprese quelle laser, ma anche di realizzare a mano una serie di passaggi per i quali la capacità artigiana fa ancora la differenza”, sottolinea Galli. “Ormai produciamo quasi ogni tipo di protesi, da quelle da impiantare a quelle esterne, e realizziamo anche tutta l’utensileria che si utilizza in sala operatoria”.
Il salto di qualità non si è però tradotto in un addio al settore dal quale tutto era nato, quello petrolifero. “Facciamo ancora lavorazioni anche per questo ambito, con mercati di destinazione diversi rispetto a quelli del medicale. L’industriale, infatti, va soprattutto in Europa, anche se i nostri pezzi sono stati richiesti pure in Cina”, conclude Galli.
Niente male per una realtà che oggi esporta circa il 30% della produzione e che, pur essendo piccola, punta a conquistare anche il settore dell’aeronautica e tutti quegli ambiti in cui la qualità e l’unicità delle lavorazioni Made in Italy può davvero fare la differenza.