MepLaw offre servizi ad aziende e privati in tutto il mondo, grazie a una rete di professionisti che conoscono perfettamente la legislazione e la lingua dei Paesi nei quali operano, ma anche la cultura e la lingua tricolori.
Che gli italiani facciano spesso più fatica di altri popoli a confrontarsi con le lingue straniere quando sono all’estero è cosa tristemente nota. Basti pensare a come, al di là di alcune rare eccezioni, buona parte dei nostri politici sembri attingere le proprie espressioni più dal repertorio di Totò e Peppino che dallo studio degli idiomi e delle culture di altri Paesi.
Ciò che, però, è assai meno noto e scontato è che queste difficoltà linguistiche e culturali spingono gli italiani all’estero a prediligere di gran lunga i propri connazionali quando si tratta di individuare il professionista – avvocato o commercialista che sia – al quale affidarsi per sviluppare una nuova attività, un nuovo investimento o un nuovo business. Ed è proprio questa l’intuizione alla base del successo di MepLaw, law firm in grado di offrire assistenza legale in lingua italiana in qualsiasi parte del mondo, grazie a una rete di professionisti che conoscono perfettamente la legislazione e la lingua dei Paesi nei quali operano, ma anche la cultura e la lingua tricolori.
Le difficoltà di fare business in Paesi di cultura e lingua diversi
“L’idea è nata da una difficoltà che è stata innanzitutto mia”, racconta Fabio Maggesi, avvocato romano di origine, ma milanese nell’anima. Figlio d’arte, è lui che ha trasformato lo studio di famiglia, ereditato dal padre, in una rete internazionale con fulcro a Milano e sedi a New York, Londra, Dubai e Smirne, alle quali si aggiungono 27 desk in importanti studi legali nel mondo nei quali opera un professionista italiano al quale MepLaw si appoggia per assistere i propri clienti.
“Quando sono andato all’estero mi sono reso conto degli scogli linguistici e culturali, e ho scoperto questa peculiarità tutta italiana di affidarci a connazionali per i nostri affari”, prosegue Maggesi. “Così ho pensato che si potesse rispondere a un’esigenza che il mercato manifestava e, al tempo stesso, a un problema che noi italiani abbiamo, e nel 2012 ho cominciato a consolidare accordi di collaborazione con professionisti italiani che vivevano all’estero. Tutto con l’idea di essere l’unico studio al mondo 100% italiano, con presenza locale e governance italiana ”.
Una realtà unica nel suo genere, riferimento nel diritto internazionale
Da lì all’esplosione il passo è stato breve. Alle prime sedi all’estero, in Turchia e Inghilterra, si sono aggiunte rapidamente quelle a Dubai e negli Stati Uniti. Contemporaneamente si è allargata la rete dei clienti e MepLaw si è affermato come punto di riferimento nel diritto internazionale.
Oggi lo studio lavora nei cinque continenti, e segue casi in ogni parte del mondo. Dalla Nuova Zelanda ai Caraibi, dal Sudafrica agli Emirati Arabi. “L’80% dei nostri clienti sono aziende italiane che decidono di internazionalizzare o fare relocation”, spiega Maggesi. “Dall’industria alimentare alle aziende di scarpe, dal settore del software a quello delle nuove tecnologie: siamo ovunque la creatività e il genio italiano rappresentino un valore aggiunto. Noi facciamo un check sulla situazione del Paese in cui l’azienda vuole sbarcare e, se vediamo che l’idea funziona, ci occupiamo di tutto, creando un pacchetto che consente a chi rivolge a noi di esportare il servizio o il prodotto senza complicazioni e nel rispetto di tutte le norme del Paese di destinazione”.
Investimenti all’estero, ma anche successioni ereditarie nel nostro Paese
Non solo. “In questo momento storico stanno crescendo molto i clienti che vogliono effettuare investimenti immobiliari all’estero, complici l’inflazione e la pressione fiscale alle stelle nel nostro paese. Inoltre, seguiamo un 10% di clienti privati per tutto ciò che riguarda le pratiche burocratiche per il trasferimento all’estero, in particolare verso il Regno Unito e gli Stati Uniti, e ci occupiamo anche di tutte le pratiche che riguardano beni e proprietà che vengono ereditati da italiani di seconda generazione, i quali non conoscendo nulla della normativa italiana si rivolgono a noi”.
Il tutto per un servizio che occupa decine di avvocati e commercialisti specializzati, che sono poi la risorsa più difficile da reperire perché “devono essere italiani almeno di prima generazione, parlare perfettamente la nostra lingua, conoscere il diritto commerciale e il sistema di tassazione italiano, possedere il titolo professionale valido localmente ed esercitare da diversi anni”, sottolinea Maggesi. L’obiettivo è quello di crescere sempre di più, “con il sogno che ovunque ci si trovi nel mondo ci sia qualcuno che risponde “Pronto?” al telefono”.