Il suo gelato a caldo Caskn, nato oltre cent’anni fa, rappresenta il più antico semilavorato per gelato fatto in Italia. Ma i prodotti di Meucci, storica azienda milanese che dai primi anni del XX secolo è specializzata in preparati per gelaterie artigianali e pasticcerie, sono utilizzati in tutto il mondo. Ogni anno si contano infatti a milioni le coppette e i coni di gelato prodotti con le basi, le paste e frutta Made in Milano, che sono vendute in ogni angolo del pianeta: dall’Europa al Giappone, dal Corno d’Africa al Vietnam.
Tutto ha avuto inizio nel 1905, “quando mio nonno Igino Meucci, giunto a Milano dalla Toscana in un’epoca in cui si partiva all’avventura a 15-16 anni, fondò la sua distilleria di aromi ed essenze”, racconta Emanuela Meucci, oggi alla guida dell’azienda di famiglia insieme a Fabio Milani e Simone Greco. “Due anni dopo, l’incontro con un gelatiere siciliano lo spinse ad avventurarsi nel mondo del mantecato”. Un passaggio dal quale ha avuto origine il percorso che prosegue tuttora, lungo il quale l’azienda si è trasferita a Buccinasco, nell’hinterland a Sud-Ovest del capoluogo lombardo.
L’inizio del Novecento è un periodo nel quale le industrie alimentari nate nella seconda metà dell’Ottocento si stanno consolidando, ma nel quale c’è ancora spazio per realtà anche piccole che vogliono farsi strada con tanto spirito di intraprendenza e creatività. “L’idea del nonno fu fin da subito quella di lavorare per offrire agli artigiani del gelato, che poi sono quelli che con la loro fantasia e manualità sono i veri artefici di un buon gelato, i prodotti qualitativamente migliori per poter esprimere il loro estro”, racconta Meucci.
Fu così che, decennio dopo decennio, l’azienda sviluppò sempre nuovi prodotti, spesso anticipando o lanciando quelli che poi sarebbero diventati veri e propri trend. È il caso, ad esempio, dei coni in cialda, che vennero lanciati alla fine degli anni Venti e che Meucci fu la prima realtà in Italia a produrre con macchine manuali ad una fila.
Ingredienti che spiegano il successo dell’azienda. Che è riuscita a rimanere un punto di riferimento nel mondo del gelato e delle pasticcerie anche oggi che, con la sua piccola forza produttiva e un 30% della produzione destinata all’export, si confronta con centinaia di altre realtà in Italia e all’estero, tra cui grandi gruppi multinazionali in grado di sviluppare una forza senza eguali in termini di marketing e distribuzione.
“Il fatto di essere una piccola realtà che, nel bene e nel male, ha una gestione che non è del tutto strutturata rappresenta in certi casi un valore aggiunto”, spiega Emanuela Meucci, la cui azienda è associata anche ad A.P.I., l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie. “Io e i miei soci, ad esempio, parliamo direttamente con i nostri clienti, che per noi sono sempre sul piedistallo e ai quali garantiamo un servizio unico, perché l’azienda non è storica solo nel tempo, ma lo è anche nella filosofia”.
Che si tratti di una piccola bottega artigiana che produce gelati a chilometro zero in un paesino di campagna, di una catena di gelaterie con punti vendita nelle principali città europee o di una pasticceria a Tokyo o ad Addis Abeba, ogni cliente può contare su un servizio personalizzato.
Non solo. Altra caratteristica dei prodotti Meucci è che “le nostre basi sono fatte con prodotti naturali, senza conservanti”, sottolinea la socia dell’azienda, aggiungendo che “a differenza di quanto magari qualcuno immagina, il fatto di usare dei semilavorati non toglie nulla alla qualità o all’artigianalità del prodotto finale”. D’altra parte, quella del buon gelato artigianale è davvero un’arte. Nella quale le basi pronte aiutano a semplificare e velocizzare alcune fasi della produzione, soprattutto quando si parla di prodotti specifici come i prodotti vegani, garantendo un eccellente risultato finale.
Basti pensare che la semplice ubicazione della gelateria e il clima nelle diverse zone del mondo influenzano non solo la preparazione, ma anche le ricette. “Per fare un esempio, visto che lo zucchero è un ingrediente anticongelante, viene dosato in maniera diversa se chi sta facendo il gelato si trova in un Paese del Nord Europa piuttosto che in Africa”, spiega Meucci. “E poi ci sono le tante differenze di gusto tra un Paese e l’altro, che noi cerchiamo di soddisfare introducendo sempre nuove varianti”.