La pellicola speciale sviluppata da Saes Getters preserva più a lungo i cibi
Smartphone arrotolabili, tablet che si piegano e infilano in tasca e packaging alimentari in grado di prolungare la vita dei cibi sugli scaffali e nelle nostre dispense. Non sono immagini tratte dal nuovo episodio della saga di Star Trek, ma il futuro disegnato da Saes Getters, società milanese specializzata nell’invenzione e produzione di nuovi materiali funzionali destinati a rivoluzionare gran parte delle nostre abitudini.
Nata nel 1940 come società S.A.E.S. (Società Apparecchi Elettrici e Scientifici), nel corso dei decenni questa realtà che ha la sede a Lainate (Milano) è cresciuta tanto da quotarsi in Borsa e diventare, a metà anni Novanta, la prima società italiana quotata al Nasdaq, il listino azionario americano per le società ad alta tecnologia, dal quale ha poi avviato il delisting volontario nel 2003.
Al centro delle sue attività, la tecnologia dei getter, grazie alla quale è possibile mantenere il vuoto in ambienti protetti senza l’utilizzo di pompe esterne. È grazie a questa che l’azienda, la cui storia già nel 1946 si lega a doppio filo a quella della famiglia Della Porta che ancora oggi è alla guida del gruppo con l’ingegner Massimo Della Porta, si è imposta come leader a livello mondiale nella produzione dei getter per fare il vuoto nei tubi catodici degli apparecchi televisivi.
Questo fino alla seconda parte degli anni Novanta, quando emergono le nuove tecnologie per la realizzazione degli schermi piatti. Una vera e propria rivoluzione, alla quale Saes reagisce evolvendo la propria attività in modo da mantenere un ruolo chiave nel settore della retroilluminazione per schermi LCD.
Poi, a partire dal 2000, “la decisione di diversificare in nuove tecnologie che prendevano comunque spunto e radice da quelle impiantate nei primi anni Cinquanta”, sottolinea Massimo Della Porta, Ceo di Saes Getters e rappresentante della terza generazione. “Questa scelta, che ha contraddistinto le nostre attività da quel momento in poi, ci ha consentito di espanderci sfruttando un patrimonio di conoscenze importante, grazie al quale abbiamo potuto sviluppare o sfruttare nuovi materiali”.
Accanto alle nuove applicazioni dei getter per la creazione del vuoto e l’assorbimento dei gas, il gruppo si è dedicato anche allo sviluppo delle leghe a memoria di forma, un materiale nato in ambito militare negli Stati Uniti e poi reso disponibile per l’ambito civile. Fatto di nichel e titanio, questo materiale ha la caratteristica di essere super elastico e di poter modificare la propria struttura atomica per poi riprendere la forma originale.
Sfruttate dapprima in ambito medicale, ad esempio per la realizzazione di stent per i vasi sanguigni e valvole cardiache, da alcuni anni le leghe a memoria di forma vengono impiegate anche in ambito tecnologico, a partire dalla videocamere degli smartphone. Le loro possibili applicazioni sono però infinite.
“Un altro territorio su cui siamo impegnati è poi quello del packaging, nel quale abbiamo riutilizzato molte delle conoscenze maturare nei primi 50 anni di attività”, prosegue l’ingegner Della Porta, “trasformando questi materiali in nanoparticelle”. Il nuovo getter, che può essere spalmato su veicoli plastici, consente di assorbire i gas, garantendo una migliore conservazione dei cibi.
“Oltre all’allungamento della shelf life, questi materiali che in parte vengono già utilizzati dall’industria alimentare per il confezionamento di grissini, formaggi e salmone, giusto per fare qualche esempio, consentono anche di preservare al meglio le caratteristiche organolettiche e nutritive”, sottolinea il Ceo del gruppo. “Quello che noi facciamo nel packaging alimentare è inoltre assolutamente coerente con quello che noi facciamo nei display più innovativi, in particolare gli Oled. In questo caso, infatti, l’utilizzo di getter da inserire nei display consente non solo di garantirne l’impermeabilità, ma anche che la flessibilità. E con l’arrivo sul mercato degli Oled flessibili, per il quale non ci dovrebbero volere più di 3-4 anni, si apriranno nuove opportunità”.
Niente male per un gruppo che ha chiuso il 2017 con un fatturato record di oltre 200 milioni di euro. E che, grazie alla scelta di continuare a investire in ricerca e sviluppo (ai quali vengono destinati circa 15 milioni all’anno) e nel proprio patrimonio umano, può puntare a crescere ulteriormente su scala globale.
Libero, 27 gennaio 2018