I suoi prodotti sono stati esposti al MoMa (Museum of Modern Art) di New York e sono stati premiati con il prestigioso Compasso d’Oro dell’Associazione per il Design Industriale, il più antico e autorevole premio mondiale di design. Oggi, a 75 anni di distanza dalla sua nascita, i suoi asciugacapelli e styler professionali sono utilizzati nei più esclusivi saloni di bellezza e parrucchieri in ben 48 Paesi in ogni angolo del mondo.
Eppure, questa azienda milanese che nel secondo dopoguerra ha di fatto inventato il phon professionale, dedicandosi per prima alla produzione esclusiva di questo articolo, resta tutt’ora una realtà famigliare caratterizzata da un approccio produttivo quasi artigianale. Una realtà capace di crescere nel corso dei decenni e di competere su scala globale pur mantenendo tutta la produzione nell’Area Metropolitana di Milano, capitale riconosciuta della moda e del design.
Elchim (acronimo di Elettro-professionali Chiminello) nasce nel 1945 dall’idea di Egle e Riccardo Chiminello, “che si erano trasferiti a Milano dal vicentino per trovare lavoro e rimboccarsi le maniche”, racconta Luca Sabbatini, amministratore delegato dell’azienda e nipote della cofondatrice. “Cominciarono a produrre e commercializzare piccoli elettrodomestici, sulla scorta delle nuove tecnologie che erano arrivate dagli Stati Uniti nell’immediato dopoguerra e, dopo qualche tempo, decisero di focalizzarsi sul phon, mettendo a frutto i consigli e le indicazioni che alcuni suoi amici parrucchieri avevano dato a mio zio”.
Nacque così il primo asciugacapelli professionale marchiato Elchim, che si impose rapidamente all’attenzione dei professionisti del settore per prestazioni, durata e capacità di valorizzare anche le chiome più delicate. “Una volta sviluppato questo prodotto, l’azienda si è concentrata sulla realizzazione degli asciugacapelli e su tutto quello che riguarda l’hairstyling”, prosegue Sabbatini, contribuendo alla nascita e al consolidamento di una filiera produttiva virtuosa.
“Viviamo in una nicchia fortunata, perché nel mondo professionale esistono ancora aziende, soprattutto in Italia e in Lombardia, che hanno saputo stabilire una sorta di distretto con produzioni di alta qualità”, sottolinea l’Ad di Elchim. “Noi affrontiamo la concorrenza straniera a basso costo non sulla base del prezzo, ma su quella del design, dell’affidabilità, della cura e della ricerca dei dettagli tipiche del Made in Italy. Questo senza dimenticare il servizio, che un’impresa con un approccio artigianale come la nostra sa dare meglio di una che produce volumi enormi in Cina, la flessibilità e la capacità di adattarsi alle esigenze dei vari Paesi”.
Caratteristiche grazie alle quali l’azienda milanese vende sui mercati esteri l’85% dei circa 200 mila asciugacapelli e piastre prodotte ogni anno, con gli Stati Uniti di gran lunga prima destinazione. Seguono il Medio Oriente, “molto attento alla ricerca del lusso e delle performance”, sottolinea Sabbatini, l’Europa, l’Australia e persino alcuni Paesi del Far East, come la Corea del Sud.
Non solo. Il core business aziendale è chiaramente rappresentato dagli asciugacapelli, “per i quali accanto alle linee professionali, con le quali arriviamo ad avere fino a 36 combinazioni per rispettare ogni tipo di capello, abbiamo anche quella per l’hospitality (hotel e club sportivi) e quella per i consumatori privati”. Ma “Elchim”, sottolinea l’amministratore delegato, “ha prodotti dedicati all’hairstyling a 360 gradi”. Dalle piastre per capelli, che al momento rappresentano una piccola parte del fatturato (circa il 6%), ma sulle quali l’azienda punta molto, alle spazzole. E il catalogo è destinato ad arricchirsi presto di nuove proposte.
L’azienda, che ha una ventina di dipendenti e che è associata ad A.P.I. l’Associazione Piccole e Medie Industrie, ha infatti mantenuto intatta l’intraprendenza ereditata dai due fondatori. “Oggi ci sono milioni di saloni e di privati in tutto il mondo che utilizzano i nostri phon quotidianamente. Quello che ci interessa adesso è proporre qualcosa che vada al di là della tecnologia, in modo da costruire un progetto che riguardi il benessere dei capelli da tutti i punti di vista”, conclude Sabbatini.
Libero, 7 dicembre 2019 (ultimo aggiornamento: 23 ottobre 2020)