Kdln lavora sia con i mostri sacri del design sia con giovani talenti. I suoi prodotti sono negli hotel, nelle residenze e nei ristoranti più esclusivi e sono venduti in oltre 70 Paesi.
Le loro lampade sono scelte dagli architetti e designer più quotati per gli hotel, le residenze e i ristoranti più esclusivi in ogni angolo del pianeta: da Parigi a Los Angeles, da Giacarta a Tokyo, da Brisbane a Mexico City. Pur essendo una piccola azienda con 22 dipendenti e pur essendo un nome meno noto al grande pubblico, Kdln rappresenta infatti un top brand dell’illuminazione decorativa.
Nato nel 1996 a Milano, oggi il marchio è presente in oltre 70 mercati internazionali. E, grazie a collaborazioni (presenti e passate) con mostri sacri del design come Norman Foster, Karim Rashid, Max Sadler e Sebastian Herkner, oltre che con talenti emergenti come Robert Dabi, Chris Basias e Francesca Smiraglia, è riuscito a imporsi in un mercato nel quale l’Italia, o forse sarebbe meglio dire la Lombardia, rappresenta il punto di rifermento a livello mondiale.
La serie Kushi, dal giapponese Spiedino
“Il fatto di essere piccoli ci consente di essere più snelli, di sperimentare soluzioni tecniche inedite, di reagire più in fretta, di assistere il cliente, di scegliere le priorità e di garantire tempi di consegna più rapidi. Poi, ovviamente, siamo un’azienda di prodotto, per cui quello che fa sempre la differenza è la capacità di proporre articoli che siano non solo belli, ma anche funzionali e apprezzati dal pubblico, come ad esempio la serie Kushi (dal giapponese “spiedino”, Ndr), che rappresenta da diversi anni la più venduta del nostro catalogo”, sottolinea Stefano Bordone, presidente di Kdln.
È lui, alla guida dell’azienda dal 2001, ad aver proiettato il marchio nell’olimpo dell’illuminazione decorativa. Tanto che in occasione della Milano Design Week – in programma dal 6 al 12 giugno in concomitanza con il Salone del Mobile – inaugurerà il primo store monomarca a livello mondiale proprio a Milano, capitale della moda e del design.
Da piccolo atelier a marchio di riferimento
Bocconiano di formazione con un passato da manager in un grande gruppo, Bordone è stato capace di trasformare quello che era poco più di un atelier, molto apprezzato dalla critica ma relegato a un ruolo da co-protagonista in una nicchia del mercato dell’illuminazione, in un’azienda più strutturata. Ed è riuscito a farla crescere passo dopo passo, fino a imporre il marchio in Italia e a all’estero.
“La percezione che si ha dall’esterno è sicuramente quella di una realtà molto più grande di quello che siamo, e questo significa che in termini di servizi, comunicazione, qualità e assistenza alla clientela possiamo competere con gruppi molto più grandi”, spiega Bordone. Questo grazie alla scelta manageriale di impostare fin dall’inizio l’azienda con “un’organizzazione che le consentisse di far fronte a eventuali aumenti di lavoro e cambi di operatività”, prosegue il presidente.
La crescita durante la pandemia
Una decisione strategica che ha consentito a Kdln di non perdere nemmeno un giorno di lavoro quando, con il lockdown del 2020, le aziende si sono ritrovate da un giorno all’altro a dover operare in smart working. E che ha permesso di far fronte alle crescenti richieste del mercato anche in piena pandemia.
“Abbiamo chiuso il 2021 con un fatturato cresciuto del 14% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019”, conferma Bordone. “Lo abbiamo fatto soprattutto grazie ai mercati esteri, la cui crescita è stata del 29% negli ultimi due anni, con performance particolarmente positive in Nord America, Asia e Medio Oriente”.
I prezzi delle lampade? In linea con la qualità
Oggi l’export assorbe circa il 75% della produzione, la cui organizzazione è stata studiata in modo da poter essere rapidamente modulata per far fronte a picchi o cali di richieste. “Qui facciamo ricerca e sviluppo e facciamo un controllo di qualità rigoroso su tutti prodotti”, spiega il presidente. “Lo studio delle forme e le tecnologie adoperate ci consentono spesso di arrivare dove gli altri non arrivano”.
Oggi l’azienda vende circa 30 mila lampade all’anno, “e per ogni pezzo venduto doniamo una percentuale dei ricavi a sostegno di un progetto di riforestazione in Kenya”, sottolinea Bordone. Quanto ai prezzi, sono da fascia medio-alta del mercato: si va da 200 euro fino a 5.000 euro, “per prodotti dei quali comunque ci si continua a innamorare giorno dopo giorno, anche una volta che li si hanno in casa”, conclude.