Superare il concetto di finanza intesa come mare infestato di squali, per cui il guadagno di uno è la perdita di qualcun altro, e puntare su un’idea di finanza “industriale”, capace di aggregare investimenti utili per sviluppare progetti imprenditoriali e creare valore a lungo termine per aziende e mercato. Si potrebbe riassumere così, con una semplificazione forse estrema, ma comunque utile per capire come un cambio di prospettiva possa modificare radicalmente l’impatto di un sistema che in genere attira poche simpatie, l’idea dalla quale ha avuto origine l’avventura di Electa Ventures, società specializzata in finanza strutturata per le imprese.
Fondata nel 2002 da Simone Strocchi, il quale, dopo avere imparato il mestiere all’estero lavorando per banche d’affari nel Nord Europa, è tornato in Italia con il progetto di lanciare un’impresa nell’ambito della finanza innovativa, Electa Ventures ha infatti segnato una piccola-grande rivoluzione. E lo ha fatto riuscendo da un lato a stimolare la mobilitazione di una parte degli ingenti risparmi di cui le famiglie italiane dispongono, dall’altro convincendo gli investitori istituzionali a sostenere la crescita di quelle piccole e medie imprese (Pmi) che da sempre rappresentano la parte fondamentale del nostro tessuto imprenditoriale.
“Per farlo siamo partiti da Milano, che è il crocevia dove si incontrano capitali, progetti imprenditoriali, sviluppi di imprese e, purtroppo, anche passaggi delle nostre migliori aziende in mani straniere”, spiega Strocchi. Un fenomeno, quest’ultimo, “al quale abbiamo sempre assistito con un misto di orgoglio e di dispiacere e che in qualche modo ci ha ispirati quando abbiamo deciso di cimentarci con un’attività di impresa nell’ambito della finanza innovativa, nella quale mettere a frutto quanto avevamo imparato dai “signori del denaro” del Nord Europa e del Nord America”.
Dopo i primi anni di attività, nel corso dei quali la società si è concentrata su acquisizioni e cessioni di Pmi che coinvolgevano i principali fondi di Private Equity europei, nel 2012 arriva la svolta. È allora, infatti, che il team di Electa inizia a studiare e adottare una serie di soluzioni pionieristiche per Pmi eccellenti, proponendole in qualità di sponsor e Promoting Investor.
Una formula in base alla quale Electa Ventures non si limita a selezionare imprese con tutte le caratteristiche necessarie per fare il salto di qualità, da proporre poi al mercato, ma è lei stessa in prima linea con i propri capitali, cosa che rappresenta un’ulteriore garanzia per gli altri investitori. È proprio così che si sono sviluppati i quattro casi di successo che hanno scandito gli ultimi sette anni, per i quali sono state studiate soluzioni poi rivelatesi tanto efficaci da essere copiate dalla concorrenza e da diventare un riferimento per il settore finanziario.
“Siamo stati i primi a importare in Italia il modello americano delle Spac (acronimo per Special Purpose Acquisition Company, cioè una società che raccoglie risorse finanziarie per le Pmi sul mercato dei capitali con l’obiettivo di far crescere un’impresa portandola alla quotazione in Borsa), modificandole un po’ per adattarle alla nostra giurisprudenza”, sottolinea il fondatore di Electa Ventures. “Poi, forti dei risultati e dell’esperienza, mentre tutti replicavano il nostro modello iniziale, abbiamo fatto evolvere le Spac in altre formule più dinamiche, efficaci e acicliche come le Pre-Booking “IPO challenger” (che delle prime condividono comunque la filosofia di base, Ndr)”.
Ricette diverse, che ai non addetti ai lavori potranno suonare poco comprensibili, ma che nel concreto hanno consentito a quattro realtà di fare il salto di qualità, raccogliendo prima investimenti importanti e venendo poi accompagnate al listino di Borsa.
“Questi quattro casi rappresentano un vero e proprio poker d’assi composto da Sesa, colosso dell’IT che supporta la digitalizzazione delle Pmi, da Italian Wine Brands, uno dei più grandi gruppi vinicoli privati italiani che vende oltre 60 milioni di bottiglie all’anno ed esporta l’80% della produzione, da Digital Value, realtà che accompagna grandi gruppi privati e pubblica amministrazione nella loro transizione digitale, e da PharmaNutra, azienda nutraceutica toscana leader nel settore dei complementi nutrizionali a base di ferro”, sottolinea Strocchi.
Le operazioni finanziarie che le hanno riguardate “hanno guidato negli ultimi sette anni investimenti per complessivi 140 milioni di euro, che ad oggi corrispondono a ben oltre 700 milioni di euro in valore qualificato nelle azioni delle società”, aggiunge il fondatore di Electa Ventures. “Chi ha condiviso le nostre avventure ed è stato al nostro fianco dal 2013 in poi ha visto rivalutato il valore del proprio investimento in ciascuna società da un minimo di 2.5 volte l’investito a un massimo di 10 volte l’investito”.