Una sfida a Casa Windsor? O un tentativo di riconciliazione, se non con tutto il parentado reale, almeno con la nonna sua maestà la Regina? La secondogenita di Harry e Meghan è appena nata e già si ritrova al centro di congetture e gossip.
Il fatto di averla chiamata Lilibet (vezzeggiativo di Elisabetta bambina, con cui ormai la chiamava in privato solo il consorte Filippo) e di avere aggiunto quel Diana in onore dell’amata madre di Harry, rischia di rivelarsi un ennesimo boomerang per la coppia fuggita negli Usa. Dopo la notizia data dalla BBC, secondo cui i duchi di Sussex non si sarebbero confrontati con la regina prima di scegliere il nome della piccola Lili (così pare verrà più semplicemente chiamata) le domande sulle intenzioni dei due e le congetture sull’evoluzione della situazione si sprecano.
Una cosa è certa: Harry e Meghan, nonostante le recenti interviste e le pesanti accuse, non sembrano affatto intenzionati a tagliare del tutto i ponti con la monarchia. Primo perché senza i titoli reali sarebbero lui un sorta di nobile decaduto, di quelli che inviti alle feste vip solo per fare un po’ scena, e lei un’attrice (e ora scrittrice per bambini) certo dotata di glamour ma non candidabile a premi Oscar.
Secondo perché soprattutto Harry è realmente combattuto tra la nostalgia di casa e la finalmente conquistata libertà. Lo ha dimostrato al funerale del nonno Filippo, quando all’uscita della cerimonia si è avvicinato al fratello William e alla cognata Kate. Un tentativo di distensione, oltretutto a telecamere accese, che è parso ben augurante soprattutto perché inaspettato.
A proposito di Harry
Certo è che col passare del tempo, il principe dai capelli rossi si sta riscattando. Sembra sempre meno succube di Meghan (così era parso nell’ormai arcinota intervista a Oprah Winfrey) e ha dimostrato di avere coraggio nel raccontare le cause del disagio interiore che lo ha intrappolato dall’adolescenza agli anni precedenti l’incontro con Meghan.
Nella serie di documentari sulla salute mentale “The me you can’t see”, curata dallo stesso Harry per Apple Tv, il secondogenito di Carlo si lascia andare a frasi shock come “La mia vita è stata un Truman Show”, facendo capire che la discesa verso un abisso sfociato poi, più grande, in una sorta di autodistruzione con alcol e droghe è iniziata quando solo dodicenne fu costretto a seguire il feretro di mamma Diana sotto gli occhi del mondo intero.
Una docu-serie coraggiosa
Nella serie che vede Harry e Oprah Winfrey nel ruolo di ideatori e produttori esecutivi del progetto (che si avvale anche delle confessioni di star come la stessa Oprah, Lady Gaga, Glenn Close e il celebre chef Rashad Armstead) il gossip e la curiosità morbosa sempre in agguato quando i protagonisti sono personaggi vip lasciano spazio a un linguaggio capace di parlare di salute mentale con onestà e senza pregiudizi.
Per la serie: non ci si deve vergognare a essere fragili. Nel caso di Harry, l’operazione suona anche come una riabilitazione, sua ma anche di Meghan, sempre descritta come un’arrivista, una manipolatrice, ma invece forse vera ancora di salvezza, unica donna capace di rompere gli schemi e di aprire le porte del prigioniero verso l’agognata libertà.
E adesso? Lilibet Diana farà da paciere?
Se nulla è mai come sembra, adesso si attende la prossima puntata. Riuscirà Harry a rinchiudere i suoi fantasmi in una stanza (e a buttare la chiave) per vivere sì la sua vita, ma riallacciando anche i rapporti con la famiglia reale? E soprattutto il padre Carlo e il fratello William saranno disposti a fare a loro volta un passo liberatorio e necessario? I recenti auguri di entrambi per la nascita di Lilibet Diana fanno ben sperare. Anche al di là delle polemiche innescate dal nome dato alla bambina.
Il banco di prova, comunque, sarà il 1° luglio, quando verrà inaugurata la statua che i due figli hanno voluto fare realizzare in memoria dell’amata mamma, nel Sunken Garden di Kensington Palace, la residenza reale che più d’ogni altra è legata a Lady D.
Un evento atteso anche dai tanti sudditi che mai hanno dimenticato la principessa del popolo, destinata nella buona e nella cattiva sorte a fare parlare di sé. Com’è accaduto anche qualche settimana fa, quando si è saputo che la storica intervista concessa nel 1995 alla Bbc da Diana, nella quale fece le clamorose rivelazioni sulla sua crisi matrimoniale con Carlo, fu frutto di un inganno ordito ai suoi danni dal giornalista Martin Bashir. Con il giornalista licenziato, la Bbc nella bufera nonostante le scuse ai reali, un’indagine in corso e chissà quali altre rivelazioni esplosive c’è da credere che la saga dei Windsor vivrà nuove stagioni. E ancora più avvincenti della serie The Crown.
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