L’Isola degli alberi scomparsi, di Elif Shafak, è un romanzo appassionato e coinvolgente ambientato in una Cipro tutta da scoprire.
Con l’Isola degli alberi scomparsi, edito da Rizzoli, Elif Shafak torna a far vibrare la sua penna portandoci in una terra lontana, l’isola di Cipro, dove sangue, sole e terra sono arrivati ad ardere insieme e dove il dna di Ada ha preso forma.
Ada è un’adolescente nata e cresciuta a Londra. Non ha idea di cosa sia successo ai suoi genitori prima del loro arrivo in Inghilterra, ma è difficile mettere chilometri di distanza alla propria storia. C’è sempre un fil rouge che a un tratto viene tirato, richiamando l’attenzione in maniera inaspettata e ingombrante.
È così che si scoprono gli ingredienti che hanno caratterizzato la storia della famiglia di Ada: un’isola paradisiaca diventata poi terra di cortine di ferro, protettorati ONU e odio improvviso tra vicini che fino al giorno prima si scambiavano ricette greco-turche.
I suoi genitori Kostas, greco e cristiano, e Defne, turca e musulmana, potrebbero benissimo essere l’incarnazione di due modernissimi Romeo e Giulietta.
La genialità di questo libro sta però nella voce narrante, affidata a una pianta di fico. Longeva e presente nei momenti più importanti dei protagonisti di questo romanzo. Un espediente narrativo per dare al lettore non solo notizie storiche legate alla meravigliosa terra cipriota, ma anche una voce che permette di sensibilizzare il lettore sulle condizioni di salute del nostro ambiente.
Un romanzo che ha tutto, una storia d’amore che fa da filo conduttore e tiene col fiato sospeso il lettore. Un faro che si accende sull’intelligenza di madre natura e sulla consapevolezza che la fauna ha per proteggersi. Un romanzo che esala sapori e odori di una terra lontana, ma che soprattutto trasuda passione.
Non importa l’esito del romanzo, quello che Elif Shafak ci dona è la speranza dei rapporti umani, dell’amore e dell’empatia, capaci di vivere su tutto.