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Dalla dominazione romana al Masetto Privé: storia di uno spumante per veri intenditori

Il Masetto Privé è uno spumante per intenditori: un Trentodoc della cantina Endrizzi davvero unico nel suo genere. Un prodotto che rappresenta la sintesi della storia millenaria del Trentino.

Se non fosse stato per la bellezza e la grazia delle donne trentine, probabilmente, molte delle comunità che vivono oggi nella valle dell’Adige non avrebbero mai visto la luce.

Perché, attorno all’anno 16 a.C, sotto il comando dei figli adottivi di Augusto, Tiberio e Druso, i legionari da loro comandati mai avrebbero potuto aspirare ad avere una casa diversa da Roma, a meno di regalare a Roma una vittoria così eclatante che garantisse loro una possibilità di scelta per il futuro.

Nella valle dell’Adige, attorno al III secolo a.C. si era già iniziata a percepire l’influenza romana, e tale influenza si è poi trasformata in una occupazione pacifica attorno al I secolo a.C. dando così a Trento, nel 49 a.C., la piena cittadinanza romana.

Buona parte della popolazione allora insediata nella Valle, a partire dai Reti che avevano i loro principali insediamenti nelle Alpi Tridentine che confinavano con la Gallia, accolsero i cambiamenti apportati dai romani senza nulla opporre. Una parte di quella popolazione, però, non accettando il nuovo corso della storia ha iniziato a fare scorrerie e scorribande presso i territori saccheggiando la Valle, depredando le genti e ostacolandone il commercio.

La valle dell’Adige

Così nel 16. a.C Roma, a tali impertinenze, decise di rispondere dando mandato prima al generale Druso e poi a Tiberio di dare battaglia ai Reti fin dentro i loro confini della Gallia, con un’unica missione: sconfiggere e sottomettere tutte le popolazioni di quei luoghi.  

L’epilogo della storia è oggi noto: la vittoria di Roma permise di spostare i limiti del regno ancora più a Nord-Est con la creazione delle due nuove province della Rezia e del Norico.

Poi bisogna anche ricordare che con la discrezione e la sobrietà che ha contraddistinto Roma nel corso dei secoli, è stato anche eretto il monumento a La Tourbiè (comune francese a Nord di Monaco), il Tropaeum Alpium, dove sono elencati i 44 popoli vinti, sottomessi sconfitti e inclusi nei confini dell’impero Romano durante le campagne militari tra il 25 e il 14 a.C.

Ma ad ogni buon conto, l’eclatante vittoria che ha segnato i confini ancora più estesi del Regno ha garantito agli uomini che hanno preso parte a quelle battaglie di poter esercitare una scelta, o tornare a Roma a ritroso con la vecchia strada, oppure tracciarne una nuova sopra i campi di battaglia.

Ecco allora che la bellezza e la grazia delle donne trentine ha permesso di spostare il piano inclinato della storia che da indefessa ragione di sottomissione, morti e conquiste si è trasformata finalmente in un inizio di nuova vita con la nascita dei primi “Mansum”, vale a dire i masi, la cui radice latina, non a caso, significa proprio ‘rimanere’.

Masetto Privé: uno spumante per intenditori

E proprio grazie a queste prime costruzioni, espressione di un focolare domestico rinnovato, è oggi possibile apprezzare buona parte dei paesi della valle dell’Adige che si sono sviluppati attorno a quei masi costruiti nottetempo.

Poi certo, le comunità crescono e prosperano soprattutto grazie alle relazioni economiche e sociali e per fare che questo accada, banalmente, servono strade di collegamento tra città che un tempo rappresentavano mondi lontani.

Ecco allora che Druso, sulle terre conquistate, già nel 15 a.C. pose le basi della Via Claudia Agusta Altinate, con partenza da Altino sul mare adriatico, e della Via Claudia Agusta Padana, con partenza da Ostiglia sul Po, per congiungere due mondi davvero distanti, il Veneto e la Baviera.

Entrambi i percorsi, poi, hanno avuto il loro punto di incontro a Trento, perché da lì formavano la Via Augusta, un’unica strada diretta a Bolzano, Merano, Val Venosta, Resia, Landeck, Fernpass, Reutte, Frűssen per poi arrivare ad Augsburg (oggi la città di Augusta).

E così, proprio ai piedi della Via Claudia Augusta, a San Michele all’Adige, seguendo la logica costruttiva dei primi masi, è stato costruito nel 1500 il Masetto, che da cinque generazioni, dal 1885, è di proprietà della famiglia Endrici. E proprio da quell’edificio è iniziata una storia di vita e di vino oltremodo interessante che in qualche modo è indissolubilmente legata ai tempi passati.

Non è chiaro il perché, ma ci sono alcuni posti che naturalmente sono stati eletti dalla storia a essere spettatori e protagonisti delle vicende più disparate, e così è accaduto al Masetto, dove ha sede la cantina Endrizzi.  Endrizzi è il nome dialettale Trentino della famiglia Endrici, ed è per questo che la cantina porta quel nome.

Masetto Privé: storia di uno spumante

Al lato della cantina, in prossimità della casa attigua distante meno di 50 metri, sono state ritrovate delle palle di cannone dell’epoca napoleonica, probabilmente rocambolescamente lì arrivate nel 1796 dopo la battaglia per la conquista di Rovereto da parte delle truppe francesi dell’Armata di Italia condotte da Napoleone contro le forze austriache del generale Davidovitch.

Poco sopra la cantina, invece, si staglia in bella mostra il castello di Monreale, le cui vigne, un tempo ad appannaggio solo del castello, oggi producono parte del vino prodotto da Endrizzi.

Per non parlare del fatto che a poche centinaia di metri da lì era posizionata la vecchia dogana, avida di sempre maggiori gabelle, a segnare il confine tra genti e territori.

Ecco allora che il vivere in un posto del genere segna profondamente, volontariamente o meno poco importa, le persone che poi quei posti li abitano, e la famiglia Endrici è l’esatta espressione di questi luoghi.

Dimenticando qualsivoglia termine di confine tra territori e divisioni tra le genti, è possibile apprezzare dietro la cantina la coltivazione di una vigna didattica, nella quale vengono coltivate anche uve con le quali la cantina non andrà a produrre il proprio vino. Nella vigna didattica vengono coltivate tutte le viti autoctone del Trentino Alto Adige  proprio allo scopo di conservare e custodire un patrimonio che deve definirsi unico di entrambi i territori. In questo modo il visitatore che abbia voglia di conoscere, con curiosità e interesse, quale sia la forma e il sapore dell’elemento minimo con cui si compone il vino da queste parti può ottenere immediate risposte.

Masetto Privé: uno spumante per intenditori
La famiglia Endrici

Poi si sa, per tradizione le cantine sono spesso affari di famiglia e probabilmente il vivere in questi luoghi ha ispirato le scelte di vita di Paolo, perché ha avuto la fortuna di incontrare sua moglie, non in un posto a caso, ma proprio alla fine della Via Claudia Augusta, perché Christine ha origini tedesche. E forse forse, non è ancora un caso che i due figli di Paolo e Christine, Lisa Maria e Daniele, abbiano anche loro incontrato alla fine della Via Claudia Augusta le persone con le quali daranno inizio alle loro vite di genitori.

Della cantina e di alcuni vini da loro prodotti ne abbiamo già parlato in uno degli episodi di House of Wine. L’argomento ora trattato è tuttavia buono anche per raccontare del loro vino di famiglia, il Masetto Privè.

Il vino assaggiato è una bollicina, millesimo 2010, dosaggio zero, una cuvée di sole uve Chardonnay, affinamento minimo 84 mesi sui lieviti, 2.700 bottiglie prodotte. Quella consumata è la numero 882.

Un po’ come tutti i vini della cantina è una bollicina che non strizza l’occhio alle mode e non vuole imitare o essere il sottogruppo di bollicine magari più blasonate, ma troppo spesso simili l’una all’altra quasi da essere indistinguibili.

Masetto Privé: uno spumante per intenditori
Il Masetto Privé: uno spumante per intenditori

Il Masetto Privè, destinato in origine al solo consumo famigliare, è pensato per chi ha un palato che non ha bisogno di eccessive morbidezze in bocca per trovare l’esperienza piacevole o gradevole. In verità e più pratico scrivere che il Masetto Privé volontariamente rinuncia ad essere una bollicina per tutti i gusti perché per ampiezza in bocca e acidità rimane un prodotto tutto da scoprire data la complessità e la decisone con la quale si presenta al naso e al palato.

Appena aperto, il Masetto Privè è una bollicina che strega, perché il naso viene subito solleticato e incuriosito dai sentori di burro fresco e crosta di pane per poi presto incantarsi coi sentori più evoluti e complessi del miele, dell’albicocca e della nocciola tostata.

In bocca la bollicina è ampia, avvolgente, sapida, sembra quasi masticabile da quanto è ricca e complessa, con un piacevole finale lungo e persistente di liquirizia.

Il Masetto Privé è una bollicina che si adatta a qualsivoglia capriccio senza mai fare brutta figura.

Poi c’è il prezzo, nominalmente considerevole, 69 euro in cantina. Ma, un po’ come il vino, è un prezzo che deve essere capito, perché quel numero non è né tanto né poco, ma è l’esatta sintesi di un qualchecosa di unico che altrimenti non si potrebbe assaggiare sul territorio Trentino. Insomma, il prezzo è esatto per quello che offre.

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