La startup Unicorn Mobility sta rivoluzionando il concetto di flotta aziendale: anziché automobili, oggi le società offrono ai dipendenti mezzi non inquinanti per muoversi più facilmente in città
Se riuscirà a modificare anche le abitudini degli over 40, per i quali l’auto aziendale rappresenta ancora oggi il fringe benefit più apprezzato, lo dirà solo il tempo. Ma, di certo, Unicorn Mobility è già riuscita nell’impresa di introdurre nelle flotte aziendali una serie di veicoli che anche solo pochi anni fa non sarebbero mai stati considerati.
L’azienda, una startup innovativa nata nel 2022 che promuove la mobilità sostenibile offrendo flotte di e-bike, motorini, monopattini e quadricicli rigorosamente elettrici ad aziende, hotel e condomini residenziali, ha infatti dato vita a un servizio che non esisteva, contribuendo a modificare abitudini radicate da decenni. Testa e cuore a Milano, anche se con sede legale ad Amsterdam, dove le condizioni fiscali e quelle operative sono quelle ideali per lanciare un’idea così innovativa, Unicorn Mobilty si è infatti imposta molto rapidamente. Al punto da superare in soli due anni quota circa 250 partner, tra cui catene alberghiere italiane e internazionale di grande fama come Four Seasons, Angsana Corfu e SINA Hotels, e imprese di grandi e medie dimensioni nei settori della consulenza digitale, del marketing, in quello bancario e in quello delle energy utility.
Dalle aziende agli hotel di lusso
“L’idea da cui siamo partiti è stata quella di portare lo sharing nel mondo della private community, intese come aziende, hotel, studentati e spazi di social housing”, spiega Gianluca Iorio, co-founder già fondatore dell’azienda MiMoto, il quale ha avviato la nuova iniziativa insieme a Ludovico Tessari e Guy delle Piane, due imprenditori con alle spalle diverse esperienze nel mondo delle startup. “Siamo partiti dal mondo dell’hospitality, dove oggi siamo leader, sviluppando e disegnando e-bike premium con caratteristiche uniche rispetto a quelle degli altri servizi di sharing: gps, allarme e blocco motore già integrati, esigenze di manutenzione notevolmente più basse del normale e servizio digitale di tutte le pratiche burocratiche per l’utilizzo, per cui l’e-bike si noleggia con un click liberando gli albergatori da tutti quei passaggi gravosi tradizionalmente necessari per il noleggio e il pagamento”.
Da lì al mondo delle imprese il passo è stato breve. “Il secondo step è stato quello di allargarci al mondo corporate, dove il concetto di fringe benefit era ancora legato all’auto aziendale, che costa molto più di una bicicletta o di un monopattino, ma che in città come Milano non sempre rappresenta il miglior mezzo per muoversi”, prosegue Iorio.
Le nuove generazioni
“Noi abbiamo proposto un tipo di veicolo alternativo e leggero, sviluppando due diverse linee di business. La prima prevede le e-bike e gli altri mezzi a disposizione di tutti i dipendenti in sharing presso la sede aziendale. La seconda prevede un veicolo assegnato al dipendente per tutta la durata del contratto, proprio come tradizionalmente accadeva con l’auto, con la possibilità per il lavoratore di scegliere tra bicicletta, motorino, monopattino e quadriciclo elettrico”, puntualizza Iorio, che conta di raddoppiare entro fine anno il numero di dipendenti rispetto all’attuale ventina di addetti.
Una formula che molte imprese hanno adottato inserendo il servizio tra le proprie iniziative di branding aziendale e tra le proposte volte a contrastare il fenomeno del quiet quitting, sempre più diffuso tra le nuove generazioni anche nel nostro Paese. “Oggi i ragazzi scelgono l’azienda in cui lavorare anche in base alle iniziative di responsabilità sociale e ambientale che queste propongono: offrire una mobilità sostenibile alternativa al trasporto pubblico rappresenta sicuramente uno strumento utile per mantenere il dipendente all’interno dell’azienda, oltre che per diffondere un tipo di cultura in cui i giovani facilmente si riconoscono”, spiega Iorio.
In questo filone si colloca anche la proposta di veicoli in sharing per gli studentati e il social housing, che prevede il lancio entro fine anno di due progetti pilota a Milano in edifici realizzati con la formula Build to Rent, nei quali la proposta di mobilità sostenibile si integra con servizi quali gli spazi di co-working e le palestre. Il tutto per un modello che l’azienda ha già sviluppato in Italia, Olanda, Grecia, Spagna, Portogallo ed Emirati Arabi, e che punta a diffondere molto rapidamente nel corso del prossimo anno allargandosi anche a Francia, Croazia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.