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Per attrarre i giovani, le imprese devono puntare su Diversità e Inclusione

Andrea Pietrini, YOURGroup, commenta la ricerca Randstad Employer Brand 2020: 185mila intervistati in 33 paesi. I recruiters vogliono i giovani, ma le imprese devono puntare sull’inclusione. Le grandi aziende sono sulla buona strada, ora è il momento delle PMI.

La diversità va valorizzata in tutti i suoi aspetti. Talento, condizioni di singolare peculiarità, originalità, sviluppo nell’ambiente lavorativo sono solo alcune delle caratteristiche di arricchimento per le aziende.

diversità di genere

Un assioma entrato a far parte dei principi di organizzazione aziendale già ai primi anni 80 negli USA. In America caratteristiche come multietnicità e multiculturalità hanno inciso sempre di più, mentre da noi approdano un po’ più tardi.

La diversità di genere come valore

Oggi molte grandi e piccole realtà aziendali hanno deciso di puntare su questo asset, anche in termini di employer branding, in quanto capace di esaltare l’immagine di un’azienda agli occhi di consumatori e di investitori. Chiunque operi e agisca in un ambiente dove si senta a proprio agio è portato a lavorare meglio e più proficuamente.

Per governare costruttivamente questo aspetto, molte imprese hanno introdotto profili derivati dall’ambito della formazione o della gestione delle risorse umane. Lo scopo è quello di riuscire a valorizzare la diversità di genere, così come l’orientamento sessuale, l’origine etnica, la cultura, o addirittura l’abilità fisica. Figure che si occupino anche della cura e alla salvaguardia delle differenze e delle disabilità, a scanso di ogni possibile discriminazione.

Andrea Pietrini
Andrea Pietrini, YOURGroup

Il Diversity e Inclusion Manager

In particolare, negli organigrammi aziendali oggi compare sempre più spesso la posizione del Diversity and Inclusion Manager, a cui si affianca spesso anche la figura del Disability Manager.  

“Offrire risposte adeguate alla gestione delle differenze in azienda significa incoraggiarne l’emersione a tutto vantaggio della creatività aziendale e della diffusione di una cultura dell’accoglienza e dell’apertura sociale” – sottolinea a Notiziegeniali.it Andrea Pietrini, Chairman di YOURGroup, la società italiana, leader per i servizi di Fractional Executive.

La ricerca Employer Brand Research 2020: diversità come elemento di attrazione

“Non possiamo sottovalutare la portata di questa rivoluzione, che è strettamente legata al business. Oggi le comunità, piccole o grandi che siano, dove le diversità vengono tutelate e sostenute, sono quella a più alto grado di crescita” prosegue

Quanto sia fondamentale il tema dell’integrazione per le imprese è avvalorato dall’Employer Brand Research 2020, lo studio Randstad, che ha messo in luce l’atrattività delle 100 aziende italiane più importanti.

Ricerca randstad
La ricerca Randstad

Il risultato è che diversità e inclusione, soprattutto tra chi si affaccia nel mondo del lavoro, sono tra i principali criteri di scelta.

Dice Pietrini: “Insieme all’ottima reputazione, questi sono gli elementi cruciali in fase di recruitment aziendale. Nello specifico, il 23% degli intervistati appartenenti alla cosiddetta generazione Z, ovvero i nati tra il 1990 e il 2010, ricerca attivamente un datore di lavoro ‘che dia valore al tema del D&I’. Stesso dicasi per il 17% dei Millennials”.

Più strumenti di welfare per migliorare la conciliazione

Molte grandi organizzazioni hanno da tempo introdotto policy aziendali che riconoscono, ad esempio, congedi parentali, coperture assicurative e il ricongiungimento familiare anche alle coppie dello stesso sesso.

“Si tratta di applicare un principio molto semplice – sottolinea Andrea Pietrini – ovvero che gli ambienti di lavoro non rappresentano solo un luogo dove procurarsi una fonte di sostentamento economico, ma riproduco in buona parte uno spaccato della società”.

“Oggi la questione è più che mai in evoluzione, contribuendo a radicare principi di partecipazione collettiva e anche il rafforzamento dell’immagine che ognuno di noi ha di sé.  Ed è per questo che deve svilupparsi un nuovo tipo di managerialità”.

Una nuova managerialità anche per le PMI

E quindi ecco alcune ricette: “Inserire tra le priorità non solo il raggiungimento della performance economica, ma anche la creazione di un ambiente di lavoro sempre più accogliente e stimolante. Saper esaltare le peculiarità di ogni singola risorsa ponendola nella condizione di offrire il meglio di sé, perché sicura di essere sempre salvaguardata”.

“Se nella grande azienda si stanno facendo grandi passi avanti in questo senso, il mio incoraggiamento è rivolto soprattutto al mondo imprenditoriale delle PMI, a volte meno strutturate, che costituiscono l’ossatura portante del nostro sistema produttivo”.

L’auspicio di Pietrini è quindi che le Piccole e Medie imprese “sappiano cogliere l’opportunità di beneficiare del contributo offerto dall’introduzione di figure manageriali specifiche competenti sul tema, anche per frazioni di tempo, per infondere in azienda una nuova cultura, non solo del profitto, ma anche della felicità sul posto di lavoro”.

Leggi anche “Perché per affrontare la disoccupazione è meglio dimenticarsi i navigator“.

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