lunedì, Febbraio 3, 2025
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Regole sugli stage: nuove restrizioni in vista

Regole sugli stage. Il ministro Orlando auspica più vincoli all’utilizzo dei tirocini extracurriculari, gli imprenditori e i giovani si oppongono. Come andrà a finire?

Regole sugli stage. Che cosa cambierà nella disciplina dei tirocini extracurriculari? A che punto è il percorso di revisione a poche settimane dalla scadenza di fine giugno, che la legge di bilancio 2022 ha messo nero su bianco impegnando Governo e Regioni a regolare le procedure entro sei mesi?

Abbiamo già avuto modo di raccontare di come chi ci governa abbia preso di mira gli imprenditori sul lato del lavoro, inserendo una serie di paletti per ridurre la flessibilità, fondamentale per le aziende in questa fase caratterizzata da incertezza e aumento dei costi e utile per i lavoratori che avrebbero la possibilità di avere un piccolo guadagno.

I nuovi vincoli al lavoro occasionale

A gennaio raccontavamo della normativa che poneva vincoli stretti al lavoro autonomo occasionale, togliendolo di fatto alle aziende tra le opportunità di contratto. È notizia di questi giorni l’idea esternata dal Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di procedere con l’inserimento di vincoli all’utilizzo dei tirocini extracurriculari, con la probabile conseguenza di ridurre la platea dei potenziali destinatari della misura e quindi dei tirocini attivati.

Per essere chiari, stiamo parlando dei tirocini riservati ai neolaureati che possono apprendere un mestiere, conoscere le aziende le quali, a loro volta hanno sei mesi di tempo per conoscere le persone prima dell’assunzione. Per ciò che riguarda i numeri, si tratta di quasi 400.000 contratti annuali, metà dei quali poi trovano uno sbocco professionale. Un terzo di questa platea trova lavoro proprio nella società per cui ha svolto il tirocinio.

Regole sugli stage
Regole sugli stage: nuove restrizioni in vista

I limiti auspicati dal ministro Orlando

Ma veniamo a cosa potrebbe accadere. Il primo paletto riguarda la platea di persone a cui può essere applicato l’istituto: nelle parole del Ministro Orlando, si capisce che potrebbe essere riservato solo ai soggetti disabili e svantaggiati. È evidente che se l’interpretazione fosse questa, il risultato sarebbe una fortissima contrazione dei numeri.

La cosa più difficile da digerire per imprenditori e addetti ai lavori è che il Governo stia tirando dritto in autonomia, senza interpellare le aziende e chi si occupa di lavoro. Ricordiamo che questa norma segue non solo quella delle prestazioni occasionali, ma anche quelle che hanno posto restrizioni all’attività del lavoro in somministrazione, il cosiddetto interinale, i limiti per il lavoro a tempo determinato, che è vincolato a una bassa percentuale sui contratti a tempo indeterminato, e la cancellazione dei voucher.  

L’opposizione di università e imprese

Eppure, come ha sottolineato Maurizio Del Conte, professore di Diritto del Lavoro all’Università Bocconi di Milano, il tirocinio per i giovani è la prima porta di ingresso nel mercato del lavoro. Con questa norma si rischia quindi di “buttare il bambino con l’acqua sporca, perché con i nuovi limiti si rinuncerebbe all’opportunità offerta ai giovani di costruirsi un curriculum spendibile per la carriera professionale, laddove i tirocini fossero costruiti in modo serio e secondo le finalità dell’istituto”.

Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, l’Associazione che Raggruppa molte agenzie per il lavoro, ha invitato il Governo ad ascoltare le associazioni di categoria, che potrebbero dare qualche suggerimento concreto. “Se io fossi al Governo ascolterei chi ogni giorno va nella aziende, e non inventerei provvedimenti inutili, anche se magari belli in termini di slogan”, ha spiegato.

Nel frattempo le lancette dell’orologio girano e i tempi per definire i dettagli operativi diventano sempre più stretti. Il boccino è ora in mano alle Regioni. L’augurio di ragazzi e imprenditori in questo caso sembra essere lo stesso: che la linea di Orlando alla fine non prevalga.

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