lunedì, Febbraio 3, 2025
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Rete unica ultraveloce: una nuova era tecnologica che rischia di rimanere utopia

Ecco perché il sogno dello smart working tra mare e montagna rischia di non realizzarsi mai: “Non si è mai visto un investimento uniforme in tutto il territorio nazionale” ha spiegato Pingaro di Convergenze. E gli operatori TLC operano come se la Rete unica non dovesse mai nascere.

Il lockdown di questi mesi, più o meno ristretto, ha messo in evidenza l’importanza della tecnologia. Prima la davamo un po’ per scontata e pensavamo fosse qualcosa di cui si potesse fare a meno. Abbiamo capito invece che avere una buona connettività può fare la differenza nella qualità della vita e del business.

Pensiamo a una località collinare o di montagna: l’isolamento può essere superato grazie all’uso della tecnologia e di una connettività ultraveloce. Avere una connessione di ultima generazione e quanto più simmetrica possibile, collegata a infrastrutture e servizi funzionanti, è sicuramente un punto di forza per una località.

La qualità dell’accesso ad internet può infatti migliorare la vita dei cittadini e dei lavoratori ed essere uno degli elementi di attrazione per i turisti, che hanno necessità di essere online anche in vacanza.

Un dipendente può lavorare in smart working dal suo domicilio, ovunque esso sia e un’azienda può delocalizzare la sua forza lavoro senza preoccuparsi dei vincoli e limiti territoriali. Ciò genera importanti opportunità di business.

Quali benefici genera lo smart working per le zone più remote?

Rosario Pingaro, Ceo di Convergenze

Il vantaggio non è però da misurarsi solo in termini di risultati aziendali e bilanci, almeno così pensa Rosario Pingaro, imprenditore di Salerno e personalità di riferimento per tutta la Campania, Presidente e CEO di Convergenze.

Convergenze è operatore di tecnologia integrata attiva nei settori Telecomunicazioni ed Energia 100% green, presente su tutto il territorio nazionale anche con punti di ricarica per auto elettriche attraverso il brevettato network EVO (Electric Vehicle Only).

Pingaro, esperto dell’argomento, dice a Notiziegeniali.it: “A livello di comunità, la digitalizzazione porta maggior coesione sociale, maggior sicurezza per i cittadini e facilita lo sviluppo di competenze personali e professionali attraverso la condivisione di risorse”.

La digitalizzazione – spiega – può essere poi strumento primario di emancipazione culturale e di divulgazione del patrimonio storico e artistico di un territorio. Inoltre, diventa più semplice il confronto con le Istituzioni e gli Enti della Pubblica Amministrazione, che possono offrire i loro servizi alla comunità anche online”.

Una rivoluzione a 360 gradi per tutti gli aspetti della vita quotidiana

Insomma una rivoluzione a 360 gradi, con importanti miglioramenti per tutti gli aspetti della vita quotidiana. Tutto ciò considerato sono sempre più convinto che il digitale con la sostenibilità possano essere la risposta al rilancio dello sviluppo del nostro Paese, soprattutto per la ripresa post Covid-19″.

La prosperità nazionale – prosegue Pingaro – non può prescindere da quella delle singole territorialità, si deve agire e progredire innanzitutto a livello locale. La costruzione di un’infrastruttura che vada a coprire le necessità di connettività di ogni zona, anche della più remota, è – conclude – alla base dello sviluppo del territorio nazionale”.

Quindi, ogni zona d’Italia, anche la più remota, dovrebbe essere oggetto dell’attenzione del Governo italiano che ha voluto dare avvio a un massiccio piano di infrastrutturazione del territorio per cercare di colmare il gap tecnologico che ci divide dagli altri Paesi europei.

L’Italia e la divisione in colori per la rete a banda ultralarga

Per misurare il livello di investimenti privati sulle reti a banda ultralarga ed essere subito operativi, il Paese è stato diviso in aree di differente colore in base alla presenza, entro il 2023, di un certo numero di reti di operatori diversi.

Nere, le aree in cui insistono almeno due reti a banda ultralarga. Grigie, dove c’è una sola rete. Bianche, dove non esiste nessuna previsione di investimento da parte di un operatore privato.

La strategia adottata finora dal Governo, che punta a coprire con reti in fibra ottica tutte le aree bianche del paese, tra alti e bassi, sta procedendo sotto la guida di Open Fiber, la società che ha vinto il bando indetto da Infratel.

L’accelerata del Governo verso la Rete unica

Il lockdown ha però spinto i rappresentanti del Governo e del Parlamento a fare valutazioni ulteriori per accelerare il processo di digitalizzazione, fino a parlare di rete unica: si paventa l’opportunità di avere un’unica grande infrastruttura per le connessioni fisse gestita da un singolo soggetto.

Quest’ultimo dovrebbe farsi carico del continuo sviluppo della rete stessa e della vendita all’ingrosso agli operatori privati per l’utilizzo di questa infrastruttura, utilizzando il cosiddetto modello wholesale.

Secondo i sostenitori di questa opzione i vantaggi sarebbero notevoli, a cominciare da una velocizzazione delle opere, visto che tutte le risorse in campo, sia economiche sia infrastrutturali verrebbero messe a fattor comune. Numerosi sarebbero però i problemi.

Limiti e opportunità delle opzioni in campo

Sempre Rosario Pingaro: “È importante sottolineare che in ambito tecnico le eccessive semplificazioni non sempre sono produttive e questo è forse il caso, visto che sta passando l’idea che rete unica significhi internet ad altissima velocità in tutte le case del Paese”.

Non potrà essere obbligatoriamente così, perché – spiega Pingaro – un investimento uniforme su tutto il territorio nazionale sarebbe difficilmente sostenibile e poco perseguibile, considerando che l’evoluzione della tecnologia è sempre un fattore che può modificare gli scenari e le differenti situazioni in essere nelle varie aree”.

I consumatori potrebbe rimetterci

Inoltre – prosegue – in termini di vantaggio economico per i consumatori, qualcosa si potrebbe perdere. Se guardiamo al recente passato, infatti, la competizione infrastrutturale ha avuto effetti positivi, lato prezzo, in una logica di libero mercato e ha portato le aziende ad innovare per poter competere tra loro”.

Queste dinamiche di libera concorrenza hanno portato d un grosso vantaggio per i consumatori, che hanno così potuto beneficiare di nuove soluzioni IT e di maggiori performance nella navigazione” ha infine spiegato.

Rete Unica o rete utopica?

In conclusione, quello che certamente si può dire è che l’idea della rete unica non è perseguibile nemmeno sulla carta e che attualmente risulta essere solo un tema di discussione tra diversi attori. 

Per farne una valutazione concreta è necessario cominciare a costruire un vero progetto, mettere tutto nero su bianco e conoscere bene il contesto dove si dovrà operare e fissare gli obiettivi da perseguire, per cui è ipotizzabile che rimarremo ancora per molto tempo nella situazione attuale, visto e considerato che quasi tutti gli operatori del settore TLC stanno operando come se la rete unica, così come se ne sta parlando, non prenderà mai piede.

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