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Smart Capital: l’Umanesimo Industriale che investe nelle aziende

Un modello di investimento paziente e radicato nel territorio, che punta sulla crescita delle imprese e della comunità per valorizzare il tessuto imprenditoriale locale.

Se si dovesse giudicare dai primi risultati, verrebbe da dire che l’idea è di quelle destinate a funzionare. Fondata alla fine del 2020, in pieno periodo Covid, e partita in un periodo in cui i mercati e gli investitori erano tutt’altro che euforici, la società brianzola Smart Capital, che ha riunito decine di imprenditori brianzoli interessati a investire in piccole e medie imprese del proprio territorio e in realtà italiane eccellenti con un alto potenziale di crescita, ha infatti raggiunto in meno di quattro anni la quotazione in Borsa, dimezzando il tempo previsto al momento del lancio per arrivare a questo passaggio.

Ma, al di là dei numeri, ciò che caratterizza questa realtà presieduta e fondata da Andrea Costantini, vicepresidente del gruppo Agrati e imprenditore visionario con una laurea in Bocconi, un Executive MBA all’Harvard Business School e 12 anni da manager a Singapore e negli Stati Uniti, e da Andrea Faraggiana, in passato in Tamburi e oggi direttore generale e investor relations manager di Smart Capital, è soprattutto l’approccio agli investimenti, per certi versi unico nel suo genere.

“Noi siamo un gruppo di oltre 100 imprenditori accomunati da una logica di umanesimo industriale”, spiega Costantini. “Quando abbiamo deciso di intraprendere questa avventura, partita in piccolo e cresciuta molto rapidamente, lo abbiamo fatto con lo spirito di investitori pazienti, che non volevano fare la brutta copia di tanti modelli di investimento finanziario troppo orientato al breve termine, ma sostenere il modello industriale della Brianza e degli altri territori virtuosi del paese scuotendo un tessuto imprenditoriale alle prese con passaggi generazionali complicati, difficoltà di crescita o difficoltà nel reperire le risorse necessarie per fare il salto di dimensione e di visione e andare sui mercati esteri”. 

Un approccio unico agli investimenti per creare valore diffuso

Un approccio indirizzato soprattutto a realtà dei settori meccanico, logistico e tecnologico, il cui obiettivo è quello di creare un valore diffuso non solo per le imprese, ma anche per il territorio e la comunità. “Oggi l’esplosione di tanti fenomeni speculativi e la finanziarizzazione estrema di alcuni soggetti hanno creato un distacco dall’economia reale e fatto pensare alla gente che sia più facile stampare soldi, vendere immobili e inventare criptovalute che generare valore attraverso la creazione di posti di lavoro e di un approccio etico. Noi lavoriamo per restituire il giusto valore economico ed etico alle imprese, sottraendoci a quella logica in base alla quale oggi le banche spesso fanno il rating di un’azienda senza nemmeno visitare i suoi magazzini o parlare con l’imprenditore”.

L’approccio di Smart Capital parte, infatti, dalla condivisione dei valori del libero mercato e dell’etica di impresa declinati con una concretezza tipica dell’imprenditore. “Ci rivolgiamo a settori che, per la loro complessità, oltre che per il peso economico che hanno macchinari e capitale umano, faticano più di altri ad attrarre capitali perché necessitano di più tempo per realizzare crescite durevoli”, spiega Costantini. “Trattiamo con gli imprenditori con tutta la discrezione e delicatezza del caso, perché sappiamo che per loro il valore dell’azienda va al di là degli aspetti economici e finanziari: per questo finora non siamo mai entrati nel capitale di un’azienda rilevandone la maggioranza, ma siamo arrivati a un massimo del 49% di quote”. 

Oltre il capitale: competenze e networking

D’altra parte, l’idea di partenza è che in questa fase storica ci siano possibilità di sviluppo enormi a livello internazionale, che tante realtà, spesso imprese famigliari, non riescono sfruttare per le ragioni più disparate. Il modello della holding brianzola, che ha quartier generale a Monza e che al momento occupa 7 persone, prevede che il sostegno alle imprese non sia solo finanziario, ma anche di competenze e networking. 

“Un piano industriale serio dipende non solo dalla visione strategica, ma anche dall’educazione finanziaria dell’imprenditore e degli investitori, dalla capacità di cogliere opportunità in un determinato mercato, dalla forza di prendere decisioni giuste in tempi rapidi”, sottolinea Costantini. “In questo senso, il valore della credibilità dell’imprenditore tra pari può fare la differenza: il complimento più bello che abbiamo ricevuto finora è stato quello che lavoriamo bene perché siamo come quelli che sanno accendere le luci delle fabbriche al mattino e spegnerle alla sera, con l’umiltà e con la concretezza che servono in questo contesto”.

Più spirito brianzolo di così…

Libero Quotidiano, 11 gennaio 2025

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